Sfratto sacerdote sposato

Giuseppe Serrone, l’ex parroco della frazioncina di Chia nel viterbese, divenuto tristemente famoso perché dopo aver trovato l’amore terreno ha perduto il lavoro e la casa in cui abitava, ha preso il treno per Orte ed è fuggito dal viterbese, da un territorio dominato da una Curia vescovile medievale, che non lo ha aiutato a trovare una occupazione e una dimora. 
Non si è opposto allo sfratto esecutivo dello scorso 16 luglio, eseguito in quella casa di proprietà della parrocchia, nella quale, facendovi notevoli lavori di ristrutturazione, aveva illusoriamente trasformata nel suo nido d’amore. 
Ha raggiunto Desenzano del Garda, provvisoriamente ospite di amici, giacché il Comune e i servizi sociali di Soriano nel Cimino gli avevano chiaramente fatto capire di arrangiarsi. 
Ma Giuseppe Serrone, che ha la tempra più di un Peppone che di un Don Camillo, e ha creato un’associazione col fine prestare soccorso ai preti che lasciano l’abito talare, non si è arreso e nelle settimane scorse aveva informato del suo caso il Prefetto di Viterbo, vari ministri, la Presidenza del Consiglio, il presidente della Repubblica. L’unico a rispondergli, affermando di aiutarlo a cercare un alloggio nella sua nuova residenza, è stata la segreteria del Ministro delle Politiche Sociali Paolo Ferrero. 
Al contrario di come recita il proverbio speriamo almeno che questa volta chiuso un portone (della Chiesa) si apra una porta. 

di Gualdo Anselmi 
in http://www.comincialitalia.net

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