Preti sposati: Karl Rahner già 40 anni fa aveva sostenuto l’opportunità di una separazione di presbiterato e celibato

L’associazione dei sacerdoti lavoratori sposati rilancia a Papa Francesco l’invito a riaccogliere nel ministero i sacerdoti sposati e si appella  anche al teologo Karl Rahner, che già 40 anni fa aveva sostenuto l’opportunità di una separazione di presbiterato e celibato, se la Chiesa si fosse trovata nella situazione di non avere un numero sufficiente di preti.
Le tesi di Rahner erano state riprese recentemente dal teologo Wunibald Müller: Un altro motivo per la separazione sarebbe tuttavia il fatto che molti preti non si sentono più di vivere in maniera celibataria. Si troverebbero quindi nell’alternativa o di lasciare il loro ufficio ecclesiale o di rimanere in carica vivendo le loro relazioni sessuali nel segreto.
La sessualità e intimità praticata in tal modo non potrebbe dispiegarsi in modo autentico e sarebbe quindi anche causa “in modo speciale di comportamenti psichicamente e spiritualmente malsani, che offuscano la vita celibataria e le portano discredito”, sostiene Müller.
Lo psicoterapeuta vede “un motivo ancora più profondo” per la separazione di presbiterato e celibato. Si tratta di prendere davvero sul serio la costituzione umana e la forza creatrice, “che Dio ci ha donato nella sessualità”. Müller rinvia in questo contesto a Ildegarda di Bingen, della quale si tramandata la dichiarazione che Dio ci ha donato con la sessualità una forza nella quale non sta solo il lascivo Satana, ma anche la “forza dell’eternità”. Ancora una volta Müller si appella a papa Francesco, “per amor di Dio, per amore dell’uomo e della nostra Chiesa, di fare tutto ciò che le è possibile, affinché nella nostra Chiesa ci possano ancora essere preti che scelgano seriamente una vita in cui la loro forza sessuale sia investita nell’impegno per gli altri, e in questo modo rendano feconda e realizzino nel modo a loro consono la forza di vita che sta nella sessualità”. Al contempo Müller vorrebbe che in futuro però ci fossero anche preti che possano celebrare e godere la loro sessualità come partner e, arricchiti e nutriti da relazioni intime,
“con passione diano il meglio di sé nel loro servizio come preti”.
fonte:  “www.sueddeutsche.de” del 29 dicembre 2013 (traduzione: www.finesettimana.org)

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