di Francesco Peloso
La marcia per la vita che ha sfilato ieri per Roma guidata dal sindaco Gianni Alemanno, è diventata un caso per la Chiesa. Il no all’aborto, gli slogan contro “gli omicidi di Stato” dei partecipanti alla manifestazione, sono stati accompagnati da una scia di polemiche e di imbarazzi. Fra le adesioni alla marcia spiccavano infatti, fra le altre, quelle di organizzazioni di estrema destra come Forza nuova, Militia Christi, gruppi con tendenze xenofobe e antisemite, ma foltissima era anche la rappresentanza dell’ultratradizionalismo reazionario cattolico.
La Fraternità di San Pio X, cioè i lefebvriani, non avevano fatto mancare il loro appoggio, e poi ancora i Legionari di Cristo che pure avevano organizzato un convengo preparatorio alla marcia nel loro ateneo, il Regina Apostolorum. Da ricordare che i Legionari sono tuttora sotto commissariamento vaticano e – è notizia degli ultimi giorni – la Santa Sede sta indagando su sette casi di preti pedofili all’interno della congregazione. Faceva un certo effetto, poi, leggere fra le adesioni quelle de i molti vescovi e cardinali, nomi eccellenti come quelle Segretario di Stato Tarcisio Bertone e del Presidente della Cei, Angelo Bagnasco.
“Non risulta che il cardinale sia stato coinvolto in alcun modo nella manifestazione” dicono fonti Cei. Insomma l’adesione del cardinale non risulterebbe agli atti. D’altro canto, ieri, la partecipazione di forze di estrema destra ha creato parecchio scompiglio. Maria Pia Garavaglia, Pd, che in un primo tempo aveva dato la sua adesione, l’ha ritirata, fra i politici hanno rivendicato la partecipazione Maurizio Gasparri e Stefano De Lillo del Pdl, poi Paolo Binetti, Udc, membro dell’Opus Dei. Tuttavia l’Opera, pur consultata ufficialmente dagli organizzatori, “non ha aderito ufficialmente”, anche se “ha manifestato la propria vicinanza e unità con la preghiera”.
Ci sono però anche una serie di lettere scritte da alti prelati che certificano un’adesione ufficiale. Sono nomi importanti. il cardinal Marc Ouellt, uomo di Curia vicino al Papa e prefetto della Congregazione per i vescovi, quindi il Presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, il cardinale Ennio Antonelli, il capo del dicastero dei laici, il cardinale Stansilaw Rylko. In piazza, poi, è andato un campione del conservatorismo cattolico, come il cardinale Raymond Leo Burke, americano pro-life e personalità di Curia, presidente del Tribunale della Segnatura apostolica.
E del resto costruire un movimento prof-life sul modello della destra repubblicana, è fra gli obiettivi dichiarati degli organizzatori. Alla fine è stata celebrata una messa nella basilica di San Pietro officiata dal cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per lo Stato del Vaticano. Ad organizzare la marcia, invece, l’associazione “Famiglia domani”, presieduta dal marchese Luigi Coda Nunziante – a lui erano dirette le lettere dei cardinali – mentre sua figlia Virginia è stata la portavoce e coordinatrice della marcia.
Si tratta di ambienti limitrofi alla famigerata “Fondazione Lepanto” , una delle sigle più note dell’ultratradizionalismo cattolico, e quindi al professor Roberto de Mattei, già vicepresidente del Consiglio nazionale delle ricerche (anche Virginia Coda Nunziante, per altro ha un incarico presso il Cnr) ormai di casa in Vaticano; de Mattei chiamò in causa la punizione divina nel caso del terremoto in Giappone, inoltre è noto per le sue posizioni contro Darwin e l’omosessualità. Il marchese Coda Nunziante e de Mattei, infine, hanno sottoscritto appelli al Papa contro la libertà religiosa e la riforma conciliare.
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