INTERVISTA ALLA CAPOGRUPPO PENTASTELLATA AL SENATO Castellone: «Solo il M5s pensa agli ultimi I candidati? Li decidono le parlamentarie»

«L’agenda sociale è stata trascurata da Draghi e il Pd vi ha rinunciato per favorire l’accordo su Calenda. Il centrodestra si tiene insieme solo per ragioni di potere. L’unico voto utile, sui contenuti, resta quello al M5s». Mariolina Castellone, capogruppo al Senato dei pentastellati è diventata un volto simbolo del nuovo corso di Giuseppe Conte, pur essendo arrivata alla guida del gruppo dopo un lungo confronto. Da capogruppo fu una delle voci più determinanti per convincere Mattarella al secondo mandato.

Pentita, per come è andata poi?

Niente affatto. Avevamo aderito al governo Draghi per tre ragioni. Per completare il Pnrr, un processo reso possibile dall’impegno di Conte in Europa per ottenere i fondi; per completare il piano vaccinale e per difendere le misure che avevamo adottato. E per fortuna che abbiamo deciso di stabilizzare le due alte cariche: poi è venuta la guerra e un governo di unità nazionale si è reso ancor più necessario.

Perché allora rompere il patto di solidarietà nazionale?

Non lo abbiamo rotto noi. Dopo la rielezione di Mattarella il tentativo di mettere da parte tutte le nostre misure è diventato palese. Il superbonus che ha rimesso in moto l’economia è stato appesantito da alcune norme che, immesse dopo, hanno portato 50mila aziende sull’orlo del fallimento. Il decreto dignità, che aveva stabilizzato un milione di precari, soprattutto coloro che in sanità erano stati impiegati nel contrasto alla pandemia, è stato accantonato, cosicché ora siamo a un 10% dei contratti di un giorno solo. Il Reddito di cittadinanza, che ha consentito a un milione di poveri di mantenere livelli di sussistenza (e che le parrocchie ci chiedono in tutti i modi di mantenere) è stato sminuito perché per perderlo basterà la dichiarazione di un datore di lavoro, e non della Commissione per l’impiego , a giudicare sulle ragioni del rifiuto di una proposta di lavoro. Lo stesso depotenziamento delle Commissioni di impiego, la cancellazione del cashback… L’elenco potrebbe continuare.

Così avete deciso di archiviare Draghi.

Conte ha indicato 9 punti, che sono parte integrante della nostra agenda sociale, ma non ci ha dato risposte. A quel punto abbiamo accettato che andasse avanti anche senza di noi, come chiedeva il centrodestra, il quale, non votando la mozione Casini, ha dimostrato che, evidentemente, il suo disegno era di andare al voto.

Lo hanno detto anche di voi.

Non c’era niente di strumentale nelle nostre richieste. Siamo in una situazione senza precedenti, anche la Chiesa ci sprona a non dimenticarci degli ultimi. Servono misure urgenti contro la povertà, salari più dignitosi e sussidi più adeguati l’assegno di invalidità. Si tratta di occuparsi della transizione ecologica, di garantire una sanità di prossimità. E di un impegno concreto contro la denatalità, garantendo gli asili nido e le scuole a tempo pieno, che mancano, soprattutto al Sud, e sono necessari per conciliare i tempi del lavoro e della maternità. È un dovere per il futuro del nostro Paese, per non accrescere le disparità generate da due anni di pandemia e da questi mesi di guerra. Non ci si può dichiarare progressisti e poi stringere patti con Calenda che queste misure, in gran parte, le osteggia. Un altro tema divisivo e presente nel programma di centrodestra (al quale stava lavorando la ministra Gelmini, ora con Calenda) è l’autonomia differenziata: il Sud rischia di restare senza risorse, aumentando le disparità, senza garantire i livelli essenziali di prestazione.

Nei tempi stretti verrà rispettata la trasparenza delle vostre liste?

Io credo nelle parlamentarie, non foss’altro per la possibilità che mi ha dato di portare la mia esperienza di medico e ricercatore al servizio di un progetto politico. Tutti hanno il diritto di proporsi, presentando il curriculum e il certificato del casellario giudiziario. Poi si vota.

È a favore del ritorno di Di Battista?

Se si propone alle parlamentarie sarà sottoposto al voto, come gli altri. Non ne farei un caso a parte.

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«Dalla rielezione di Mattarella c’è stato il tentativo sistematico di smantellare le nostre misure Il voto on line è una opportunità, senza non sarei qui. Vale anche per Di Battista, sceglie la base»

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