gli sposi sono i protagonisti di una missione di amore nel mondo e nella chiesa: escluse le famiglie dei sacerdoti sposati!

 Il 14 febbraio 2006, nel giorno della festa di San Valentino, patrono degli innamorati,  a Terni è stato presentato  il nuovo Sussidio pastorale elaborato dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), dal titolo “Celebrare il mistero grande dell’amore”.
Si tratta di un “vademecum”, preparato dall’Ufficio liturgico nazionale, dall’Ufficio catechistico nazionale, dall’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia, dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile, al fine di valorizzare gli sposi ed il matrimonio inteso come progetto d’amore, che non è solo destinatario del messaggio cristiano bensì realizzazione del progetto di salvezza e protagonista della missione.
Secondo il Sussidio della CEI “le dinamiche che a livello antropologico conducono l’uomo e la donna a formare una coppia e a costruire un progetto di vita familiare sono la trama profonda attraverso cui Dio tesse l’alleanza sponsale con l’umanità”.
Facendo riferimento alla prima Enciclica di Benedetto XVI, “Deus Caritas Est” i Vescovi italiani ribadiscono che “il matrimonio basato su un amore esclusivo e definitivo diventa l’icona del rapporto di Dio con il suo popolo e viceversa: il modo di amare di Dio diventa la misura dell’amore umano” (fonte zenit.org ZI06021511).
L’associazione dei sacerdoti lavoratori sposati ha commentato la pubblicazione del sussidio della Conferenza Episcopale Italiana con una dichiarazione del fondatore, don Giuseppe Serrone, che ha affermato: "La Cei dal punto di vista teologico-pastorale ha elaborato un profondissimo principio sul matrimonio come progetto d’amore realizzazione del progetto di salvezza di Dio e protagonista della missione, ma è ancora lontana dal difendere il valore del sacramento matrimoniale per tutti i fedeli, ad esempio i sacerdoti  sposati, che hanno regolarizzato la loro posizione con il matrimonio religioso, vengono ancora esclusi, da quasi tutti gli Ordinari del luogo italiani (Vescovi membri della Cei!) da tanti ministeri e in molti casi, come il mio (sono stato già due volte sospeso dalle supplenze di religione in due scuole della diocesi di Viterbo e di Palermo) sono ancora discriminati nella ricerca di un inserimento nelle comunità cristiane e nel mondo del lavoro.

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