Finalmente chiarezza sulla vicenda della Madonna di Trevignano: arrivato il verdetto della Commissione diocesana di Civita Castellana. La veggente è “inattendibile”

La Chiesa stronca la veggente di Trevignano: inattendibile e autoreferenziale

Dopo aver tenuto banco per diverso tempo, passando agli onori della cronaca, la Chiesa ha fatto chiarezza sulla vicenda della Madonna di Trevignano e della cosiddetta veggente Maria Giuseppa Scarpulla, meglio conosciuta come Gisella Cardia. La vicenda è lunga e complessa. Dopo aver cambiato vita a seguito di un viaggio col marito a Medjugorje, Gisella Cardia ha cominciato ad autoproclamarsi veggente.

Collocata una copia della statua della Madonna sulla collina di Campo delle Rose, si è cominciato a parlare di miracoli, che avvenivano ogni 3 del mese. Una storia davvero controversa, che molto ha fatto discutere. Sul caso, però, si è adesso espressa chiaramente la Chiesa.

Il decreto della Commissione diocesana

La vicenda della Madonna di Trevignano ha suscitato così tanto clamore che alla fine la Chiesa ha dovuto occuparsene. Del resto era stata addirittura fondata una onlus col nome La Madonna di Trevignano Romano, con tanto di donazioni da parte dei fedeli. Lo scorso anno la Diocesi di Civita Castellana aveva annunciato una più che doverosa indagine sul fenomeno, così da fare una volta per tutte chiarezza.

Nel corso della giornata odierna, mercoledì 6 marzo, è arrivato il decreto della Commissione diocesana di Civita Castellana che sostiene la non soprannaturalità delle apparizioni della Madonna di Trevignano. Il verdetto del vescovo Marco Salvi non lascia spazio a dubbi: “Dichiaro riguardo ai fenomeni di apparizioni e rivelazioni asseriti dalla Sig.ra Gisella Cardia (all’anagrafe Maria Giuseppa Scarpulla) e dal Sig. Gianni Cardia: constat de non supernaturalitate”. Per tale ragione è stato imposto ai sacerdoti di non celebrare più sacramenti in loco. Viene inoltre emanato il divieto di recarsi nel luogo dell’apparizione alimentando le speranze dei fedeli.

Il vescovo Salvi “impone alla Sig.ra Gisella Cardia, al Sig. Gianni Cardia e a tutti i soggetti a vario titolo coinvolti negli eventi di Trevignano, il rispetto e l’adesione alle decisioni del Vescovo diocesano, nonché la disponibilità a compiere un percorso di purificazione e discernimento che promuova e mantenga l’unità ecclesiale”. “Chiarifico che il titolo Madonna di Trevignano non ha alcun valore ecclesiale e non può essere usato come se lo avesse, anche in ambito civile“, ha aggiunto il vescovo, come riportato da Tgcom24.

Le parole sulla veggente

Nel decreto, monsignor Marco Salvi traccia anche un ritratto della presunta veggente di Trevignano. ‘‘Il problema principale risiede nel modo in cui la presunta veggente ricava la verità che insegna, ovvero non dall’interpretazione della Tradizione e in particolare della Scrittura, ma a partire da presunte ispirazioni che provengono dalle Persone divine e da Maria. I numerosi errori dottrinali vengono legittimati non da un’argomentazione teologica, ma dalla ispirazione immediata rivolta da Dio e da Maria alla presunta veggente, per cui sono incontestabili ‘ex sede’“, è quanto scrive il vescovo. “Si tratta di contenuti che potrebbero essere offerti da qualunque persona che abbia un minimo di dimestichezza con i temi della spiritualità cristiana. Tali contenuti si rifanno a quel profetismo popolare che accompagna la storia della Chiesa occidentale sin dal Medioevo e che non ha nulla a che fare con la mistica popolare di cui parla Papa Francesco. Questo ha una rilevanza teologica perché li rende non indicativi del carattere soprannaturale delle presunte apparizioni in esame”.

E, ancora: “Al di là delle dichiarazioni di principio, per Gisella Cardia la Chiesa è oggetto di valutazione e di giudizio a partire dalla sua personale visione dottrinale, peraltro influenzata da sacerdoti a lei noti ma che espongono idee e posizioni quantomeno opinabili. Un esempio di questa autoreferenzialità della presunta veggente è il rifiuto, da lei operato, del sacerdote a lei inizialmente destinato dal vescovo emerito, mons. Rossi, quale accompagnatore spirituale, affermando che non era lui la persona voluta dalla Madonna, e la scelta di un’altra persona perché gradita alla Vergine. Dalle risultanze degli accertamenti peritali disposti dalla Curia, ai quali la Cardia ha accettato di sottoporsi, si può evincere l’inattendibilità della stessa”.

IL giornale

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