Papa va a visitare a sorpresa un gruppo di preti sposati per conoscere le loro famiglie

L’ultimo incontro giubilare riservato alle “periferie” estreme della Chiesa – i venerdì della misericordia dedicati di volta in volta a malati terminali, ex prostitute, drogati, anziani abbandonati –  stavolta sono stati riservati ai preti sposati. Il Papa in compagnia di monsignor Fisichella e delle sue guardie del corpo, sulla sua Ford Focus dai vestri oscurati, ha lasciato Casa Santa Marta  subito dopo pranzo per recarsi a Ponte di Nona, quartiere di Roma est. Ha suonato il campanello di un palazzone, ha preso l’ascensore per presentarsi in un appartamento dove lo aspettavano sette famiglie, formate da giovani che nel corso di questi ultimi anni, hanno lasciato il sacerdozio. Un segno di attenzione, vicinanza e affetto alla categoria dei preti sposati. Nei mesi scorsi diversi  preti sposati si erano lamentati perché nel programma del Giubileo mancavano momenti speciali dedicati a loro, una categoria silenziosa, piuttosto numerosa ma abbandonata in un angolo. IN Italia si calcola che siano attorno ai 7 mila.

Plaude all’iniziativa di Papa Bergoglio, diffusa da “Il Messaggero”,  il Movimento Internazionale dei sacerdoti lavoratori sposati, fondato nel 2003 da don Giuseppe Serrone, che proprio negli ultimi due mesi è stato ospitato nelle reti televisive nazionali per sensibilizzare sulle tematiche dei preti sposati, delle donne e delle loro famiglie nella prospettiva di una riforma della Chiesa.

All’interno dell’appartamento romano il Papa ha avuto modo di conoscere quattro preti sposati della diocesi di Roma, in passato tutti ex parroci. Accanto a loro anche un sacerdote sposato di Madrid e un altro dell’America Latina, anch’essi risiedenti a Roma, mentre l’ultimo proveniva dalla Sicilia. Di quest’incontro non sono trapelate indiscrezioni anche se l’attenzione del Papa ai preti sposati potrebbe accendere le speranze della categoria. L’associazione che li rappresenta ha inoltrato diverse lettere a Papa Francesco per fare presente la loro difficile situazione personale. In tanti vorrebbero poter partecipare più attivamente alla vita della Chiesa, anche in presenza di figli e mogli, ma non sempre è possibile. Una volta fuori usciti dalla Chiesa per mantenersi hanno trovato lavoro in fabbrica, hanno aperto negozi e piccole attività, altri sono insegnanti ma la maggior parte è alla ricerca di un lavoro. La laurea in teologia è difficilmente riciclabile. Al di là della professione intrapresa e del nuovo stato civile, gli ex sacerdoti lamentano una condizione sospesa, si sentono come se vivessero in bilico, in una specie di terra di mezzo.

Bergoglio l’anno scorso, durante un momento pubblico, disse che prima o poi avrebbe affrontato il tema spinoso. Il celibato sacerdotale non è messo in discussione. Quello che forse potrebbe essere introdotta è la riammissione dei preti sposati nel ministero pastorale.

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