Papa sui murales di Maupal? Sì, è pop e sta con la gente

Papa Francesco come un supereroe che volta con mossa da Batman portando una valigetta di «valores» e ancora il Santo Padre che da un muro, arrampicato su una scaletta gioca a tris facendo vincere il simbolo della pace, invece del tradizionale cerchio. I murales erano apparsi nel 2014 sui muri di Borgo Pio: sono stati immediatamente cancellati, nonostante l’apprezzamento del soggetto ritratto: che il Papa ha espresso personalmente a Maupal, ovvero Mauro Pallotta, «graffitaro» romano 47enne.

«Un sorriso e uno scappellotto affettuoso»

«Il Papa è molto pop perché vuole stare dentro e accanto al popolo»: ha spiegato Monsignor Dario Edoardo Viganò, il religioso brasiliano esperto di cinema e comunicazione, tanto da essere stato assistente di ricerca, per il cinema, dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della Cei. primo prefetto della Segreteria per la comunicazione della Curia romana e membro della Congregazione per il clero e della Congregazione per l’educazione cattolica. Viganò e lo stesso Maupal si sono incontrati domenica mattina nella trasmissione «A Sua Immagine» su Rai Uno. «Disegnandolo la prima volta come superoroe – ha spiegato Maupal – ho cercato di rappresentare Papa Francesco come tutti si aspettavano, come lo vede la gente. Quando gli ho portato il bozzetto all’Udienza Generale, mi ha sorriso e dato uno scappellotto affettuoso».

«A Roma problemi più urgenti»

Di quelle due opere rimangono ora solo le foto e i bozzetti. «Mi sembra che Roma abbia dei problemi più urgenti che cancellare quei murales», ha detto don Viganò che si è complimentato in diretta con Maupel. «In un mondo grigio colpisce la gentilezza e il sorriso di questo artista e dei suoi murales. È una cosa molto simpatica, disegna Francesco proprio come lo percepisce la gente» . E l’artista ha ribattuto: «L’ho disegnato così perché nel mondo era l’unico in quei giorni che parlava di pace, ma ho disegnato la scala al contrario per far capire la difficoltà di farlo. E ho messo una guardia svizzera ad aiutarlo facendo da palo». Alla domanda della conduttrice Lorena Bianchetti se i murales non potessero contribuire però alla «desacralizzazione» della figura del Papa, don Viganò ha risposto: «La desacralizzazione mi pare che il primo che la stia compiendo è lo stesso Papa, che smonta l’apparato delle corti e si presenta come un uomo chiamato ad essere guida e pastore. Ci può essere una percezione negativa in alcuni che non comprendono il linguaggio dell’arte. Ma è il rancore dell’ingrato: noi dovremmo essere felici se chi è lontano si avvicina al Vangelo attraverso l’interesse che suscita il Papa, mentre certe volte si vede prevalere una lettura pregiudiziale».

corriere.it

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