Don Sante, è arrivata la sospensione

Il provvedimento del vescovo gli è stato notificato venerdì pomeriggio:
ha efficacia immediata ed è a tempo indeterminato

Gianni Biasetto
L’ex parroco: «Me l’aspettavo, vorrà dire che celebrerò in forma privata»
Un decreto scaturito dalle dichiarazioni rese dal prete ribelle a giornali e tivù
«Non farò ricorso è solo tempo perso»
 
ABANO. Don Sante Sguotti, il sacerdote rimosso dalla comunità di Monterosso lo scorso 8 ottobre, ora è stato anche sospeso a divinis dal vescovo di Padova. Il provvedimento, firmato da monsignor Mattiazzo, è stato notificato al prete ribelle intorno alle 17.30 di venerdì direttamente da don Giovanni Brusegan, il suo successore. Il decreto ha effetto immediato e la sospensione viene inflitta a tempo indeterminato. Cioè fino a quando «il presbiterio diocesano Sante Sguotti», ora sospeso dall’esercizio della potestà di ordine e di governo, dimostrerà di ravvedersi e di decidere un percorso di «ritorno» in comunione con la Chiesa. Questo non significa, comunque, che l’ex parroco, che ha dichiarato di essere da tempo innamorato di una donna (Tamara Vecil), mamma di un bimbo di poco più di un anno, sia stato riportato allo stato laicale. A seguito di questa misura, però, non può esercitare i sacramenti e, quindi, nemmeno celebrare messa, anche se l’interessato non perde l’occasione per ribadire che può farlo «in forma privata». I motivi che hanno portato il vescovo a firmare il decreto di sospensione sarebbero soprattutto legati al comportamento del sacerdote innamorato. Al fatto di aver deriso in più occasioni la Chiesa con le sue dichiarazioni riportate dai giornali e con le numerose apparizioni televisive dove non ha mai confermato di essere il papà del figlio della donna che ama, ma nemmeno l’ha smentito. «Non sono affatto sorpreso, a dire il vero aspettavo questa decisione del vescovo ancora lunedì scorso», afferma don Sante, che la scorsa settimana era stato processato in Vescovado in merito al sesto comandamento. «Non farò ricorso – continua – So che è tempo perso anche se la Curia mi ha processato sulla base di quello che è stato scritto sui giornali e sulle chiacchiere che circolano in paese. So anche che il prossimo provvedimento sarà la scomunica. Vorrà dire che nel momento in cui passerò a miglior vita avrò un attestato importante da esibire a San Pietro». Un don Sante come al solito battagliero, deciso a non piegarsi nemmeno di fronte alla sospensione a divinis che di fatto lo mette fuori dalla Chiesa. Un don Sante che più passa il tempo e più a Monterosso resta solo. La comunità che due mesi fa, all’epoca della confessione del suo innamoramento, era tutta con lui, disposta a perdonargli tutto, anche di essere papà di un bimbo, ora è divisa. E sono certamente di più i fedeli che vogliono che si volti presto pagina e che di questa vicenda, per certi aspetti grottesca, non si parli più in paese.
 «E’ giusto che i fedeli si allontanino dalla mia posizione – aggiunge don Sante – Non devono fare gli eroi per forza, andare avanti adesso diventa sempre più difficile: la Chiesa, la stampa e la politica, come si sa, non scherzano. Se dovessi tornare indietro rifarei tutto quello che ho fatto. Siamo arrivati a questo punto solo perché la Curia non ha voluto cedere sulla questione del vigneto (una proprietà della parrocchia che il sacerdote voleva assicurarsi che non fosse venduta dopo la sua partenza ndr)». Per quanto concerne la sua permanenza nella piccola comunità di 800 anime del vicariato di Abano, don Sante nei giorni scorsi aveva dichiarato che se ne andrà non prima del 31 dicembre prossimo, essendo arrivata in Vescovado quella lettera firmata da 40 parrocchiani (il 5% degli abitanti del paese) che lui stesso aveva sollecitato. «Nella mia vita non cambia nulla – aggiunge il prete – La mia battaglia contro le tante ingiustizie nella Chiesa continua. Sto lavorando per organizzare il convegno del 16, 17 e 18 novembre al Kursaal di Abano sulla riammissione dei divorziati risposati e separati conviventi nella comunione della Chiesa. Avevo anche detto che mi sarei fidanzato con Laura (Tamara) il 2 dicembre, prima domenica d’Avvento. Non è escluso che lo faccia, ci devo pensare». Nonostante la sospensione a divinis il sacerdote innamorato ieri era in canonica, in quello che per otto anni è stato il suo ufficio parrocchiale. Forse a preparare l’ultimo bollettino per informare i fedeli delle recenti decisioni del vescovo Mattiazzo. Nel pomeriggio si è recato dal barbiere, dove aveva convocato anche i giornalisti. Con i quali poi non ha più voluto parlare. Prima del taglio dei capelli, il medico-scrittore di Abano, Bruno Fabbri, gli ha consegnato il libro «Il sesso come sport». Un volume che si contraddistingue per la copertina piuttosto hard, in cui sono raffigurate diverse posizioni per fare meglio l’amore. fonte: ilmattinodipadova

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