Adnkronos) – La nota ufficiale del Vaticano sulla vicenda di Emanuela Orlandi viene accolta tiepidamente da Ilario Martella, ex giudice istruttore che indago’ sull’attentato a Wojtyla e sul rapimento della Orlandi. “Bene che ci sia stata la presa di posizione dopo gli attacchi, tuttavia – afferma il magistrato all’Adnkronos – il Vaticano avrebbe dovuto uscire allo scoperto prima. Dire poi che non si nascondono segreti togliera’ un alibi agli inquirenti”. Il magistrato che si e’ occupato dell’inchiesta ha sempre sostenuto che la pista di Ali’ Agca restava quella piu’ accreditata da seguire. E oggi il Vaticano dedica un passo a questo capitolo. “Puo’ darsi che si trattasse della pazzia di Agca, tuttavia – ricorda Ilario Martella – quando lo interrogai mi confido’ che aveva chiesto che la sua liberazione avvenisse o a prezzo o di una corruzione o con un sequestro di persona”. Martella, poi, ricorda una frase che ebbe modo di riferire il fratello di Emanuela: “Pietro, che giustamente ha sempre tenuto alta l’attenzione sul caso, piu’ di una volta ebbe modo di dire che Giovanni Paolo II, recandosi a casa Orlandi, disse che si trattava di un intrigo internazionale. Mi pare un punto da non trascurare”. Quanto alla pista che porta alla Banda della Magliana e alla disponibilita’ del Vaticano a non porre ostacoli alla rimozione della salma di Renatino De Pedis, Martella osserva: “la Magliana resta un’ipotesi. Potrebbe avere avuto un ruolo esecutivo. Ma su questa vicenda quante ipotesi fantastiche si sono fatte…”.
15 Aprile 2012 ore 07:11