Vescovo o papa… campagne mediatiche manovrate per osannare Zuppi cardinale di Bologna

Il Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati commenta l’articolo apparso su “Quotidiano nazionale”. Di seguito uno stralcio:

“Comaschi, che sa “leggere” le persone già al primo incontro, gli ha chiesto di fare l’intervista seduti sui gradini di San Petronio, in un’ora in cui piazza Maggiore è piena di gente. E già qui, la novità. Ve le immaginate certe eminenze – o anche, più semplicemente, certi reverendi – dove l’avrebbero voluta fare, l’intervista? In qualche salone di Curia, attorniato da controllori in tonaca, e magari esigendo di conoscere, prima, per iscritto, le domande. E invece Zuppi no. Parla seduto sui gradini come un universitario o un giapponese qualsiasi: sa che la gente lo riconosce e lo potrebbe importunare, ma la gente, per lui, è il prossimo. Non una massa indistinta: uno per uno.

Chi è il prete?, gli ha chiesto a un certo punto Comaschi. E sì, il prete è quello che leggete nella risposta, il mediatore fra cielo e terra, il testimone di Cristo. Ma il prete di cui l’umanità aveva bisogno, dopo tanto tempo in cui almeno una parte della Chiesa (la gerarchia) appariva distante e qualche volta pure algida, è quello che sta in mezzo alla gente; è quello che rende vero ciò che chiede il vangelo, e cioè che chi vuol essere primo deve farsi ultimo.

A un certo punto Giorgio gli ha chiesto se diventerà presidente dei vescovi italiani, come si vocifera, o addirittura papa, come molti prevedono. Zuppi ha risposto citando Biffi: un prete che vuol diventare vescovo, va ricoverato per problemi mentali; figuriamoci uno che volesse fare il papa. E sia. Ma una cosa è sicura. Se davvero Zuppi dovesse diventare papa (e tutti noi ne saremmo contenti) continuerebbe a essere un don Matteo seduto sui gradini”.

Il commento del Movimento: “non è un’intervista sui gradini a cambiare le priorità di Zuppi. In privato riceve per gli appuntamenti nel suo sontuoso palazzo curiale tra segretari e portaborse, senza neanche guardare i faccia gli interlocutori, spesso costretti ad attendere seduti in sontuose poltrone, di poter colloquiare con il cardinale, più intento a rispondere alla sua posta elettronica che ad ascoltare i problemi reali di chi lo va a trovare. Durissimo verso i preti sposati ha costretto un prete sposato a spostarsi per la ricerca di lavoro in Italia con la moglie invalida civile con handicap grave. Il caso del prete sposato era arrivato nella sua segreteria. Ma è stato ignorato da Zuppi. Il Cardinale non è intervenuto per riaccreditare all’insegnamento il prete sposato sospeso indebitamente dal lavoro in tutta l’Emilia Romagna. Il prete sposato era insegnante stabilizzato privato dell’insegnamento senza essere sottoposta al procedimento previsto dalla normativa in vigore”.

Il cardinale Matteo Maria Zuppi - Chiesa di Bologna.

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