Vescovo Ghizzoni eletto vice presidente vescovi ER: non ha sentito necessità di compiere nei confronti delle vittime degli abusi nemmeno un piccolo gesto

TREVISO – Deve rispondere di avere fatto sesso con alcuni ragazzini tra i 12 e i 15 anni – uno dei quali trevigiani – che gli erano stati affidati dai genitori. Ma, oltre che di atti sessuali e di adescamento di minorenni, nell’udienza preliminare che si è aperta oggi don Giovanni Desio – 53 anni, di Saronno (Milano) e per 13 anni parroco di Casalborsetti, sul litorale di Ravenna – deve rispondere diviolenza sessuale per avere millantato qualifiche infermieristiche al fine di visitare, anche con un termometro usato in modo improprio, un ragazzino che si vedeva in sovrappeso.

Ultimo reato a lui contestato è la sostituzione di persona, per avere usato un profilo Fb di un minore di cui aveva le password. Quattro i giovanissimi tra le parti offese, uno della provincia di Treviso e gli altri 3 di Ravenna e Bergamo. Due si sono costituiti parte civile sia in proprio che con i genitori (avvocati Ermanno Cicognani, Giovanni Scudellari e Carlo Cianci di Treviso).

Una delle vittime è il minore che, con la madre, aveva trovato alloggio a Treviso dopo aver vissuto per un breve periodo nel comune dove don Desio era parroco. Il sacerdote, secondo gli investigatori, sarebbe entrato in contatto con l’adolescente residente nella Marca e il ragazzino sarebbe addirittura scappato da Treviso per tornare da don Desio che aveva anche cercato di ottenerne l’affido.

Per questo motivo gli inquirenti hanno eseguito anche accertamenti in provincia di Treviso e di Bergamo. Il parroco è un appassionato di cinema e ha spesso partecipato a grandi festival in Italia e all’estero. I ragazzini venivano anche contattati via Facebook. Proprio usando uno dei loro profili Fb per attaccare i giornalisti, che avevano scritto dell’incidente stradale in cui ha distrutto un Bmw da 35mila euro mentre guidava alticcio, il parroco avrebbe rimediato un’altra denuncia con l’accusa di sostituzione di persona.

Don Desio, sospeso ‘a divinis’, che dopo 7 mesi e mezzo di carcere a Forlì era andato ai domiciliari in una clinica specializzata, attraverso il suo legale Battista Cavassi ha chiesto di essere giudicato in abbreviato quindi poter ottenere uno sconto di pena sull’eventuale condanna. Formula che ha tagliato fuori la citazione del responsabile civile, il vescovo Lorenzo Ghizzoni dell’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia. «Dispiace – si legge nella richiesta – constatare come l’Arcidiocesi non abbia sentito la necessità di compiere nei confronti delle vittime degli abusi nemmeno un piccolo gesto». Le indagini della squadra mobile, coordinate dal Pm Isabella Cavallari, erano scattate a inizio marzo 2014 poco dopo il volo dello ‘zio John’, come lo chiamavano i suoi fedeli, in un canale della zona con il suo suv Bmw nuovo da 35 mila euro e un tasso alcolemico tre volte e mezzo i limiti.

In breve erano emerse intercettazioni di frasi dall’inequivocabile contenuto sessuale, che a inizio aprile avevano portato all’arresto di don Desio in canonica. I reati contestati vanno dall’estate 2010 al giorno dell’arresto e sarebbero stati compiuti, oltre che a Ravenna, anche a Saronno, nella casa del sacerdote, e in località di Bergamo e Treviso.

fonte: blacknews.it

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