In ottantanove erano stati indagati, mentre in cinquantacinque erano stati poi costretti ad abbandonare i loro incarichi. Alcune delle diocesi statunitensi coinvolte, quali quelle di Portland e Tucson, hanno poi dichiarato bancarotta in seguito alle diverse richieste di risarcimento presentate dalle vittime degli abusi coperti dall’arcivescovo oggi chiamato a rappresentare la Santa Sede alle celebrazioni di Santa Lucia a Siracusa in Sicilia.
Bernard Francis Law all’epoca dei fatti, aveva presentato le sue dimissioni, rifiutate però in un primo momento dall’allora pontefice Papa Giovanni Paolo II. Subito richiamato presso il Vaticano in Roma, l’ex arcivescovo ha in questi ultimi anni ricoperto la carica di membro del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Ma Law fa anche parte della Congregazione per il Clero, della Congregazione per i Vescovi, della Congrgazione per le Chiese Orientali e di quella per l’Educazione Cattolica. La Santa Sede ha inoltre ritenuto opportuno eleggere l’ex arcivescovo di Boston, arciprete della Papale Basilica Liberiana di Santa Maria Maggiore.
Dura la reazione di Fabio Granata, vice coordinatore nazionale del partito guidato da Gianfranco Fini, Futuro e Libertà: “La pedofilia e i silenzi di parte della Chiesa sul tema hanno indignato l’opinione pubblica mondiale. Per questo ritengo un errore l’invito al cardinale Law, per i festeggiamenti della Patrona di Siracusa. Un’ombra nei festeggiamenti di Santa Lucia, simbolo di luce”.