La Turchia va alle urne per il rinnovo del parlamento e il premier uscente Recep Tayyip Erdogan spera nel colpo grosso: "Il 12 giugno vogliamo i due terzi del Parlamento, ne abbiamo bisogno per scrivere una costituzione più libera e democratica", dichiarava due giorni fa, confermando che una semplice – e molto probabile – vittoria non gli basterebbe. L'obiettivo del leader islamico-moderato, che molti reputano difficilmente realizzabile, è ottenere con il suo Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (Akp) oltre 367 seggi su 550, quella 'super-maggioranza' che gli permetterebbe di operare modifiche costituzionali senza nemmeno dover passare per la via referendaria. Un piano dietro il quale i più vedono la candidatura dello stesso Erdogan a presidente della Repubblica nel 2014.
Il premier ha condotto la campagna elettorale con lo stile combattivo che lo caratterizza. Ha ricordato più volte i risultati prodotti in questi anni nell'investimento sulle infrastrutture e il prestigio internazionale di cui gode la Mezzaluna, ponendo ovviamente l'accento su un quadro economico di forte crescita (2010 chiuso con Pil +8,9% ) e con la disoccupazione in calo al primo trimestre del 2011. La sua grinta non è diminuita nemmeno davanti ad articoli pubblicati dall'Economist e dal Financial Times, che hanno appoggiato apertamente l'opposizione, paventando un "eccesso di potere" in mano al premier.
TMNews
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