Nessun peccato d’ingenuità. Solo una sfilza di fatture gonfiate emesse da una ditta creata ad arte da lui stesso (la Ecoedil), intestata a un immigrato originario del Togo disponibile al favore in cambio di un lavoro in regola e del permesso di soggiorno. Insomma, per il giudice c’è la piena responsabilità penale per l’ex prete, oggi papà, Sante Sguotti, 46 anni, già parroco della Chiesa di San Bartolomeo Apostolo a Monterosso, frazione di Abano Terme, residente a Lovolo di Albettone con la compagna e il figlioletto.
Ieri pomeriggio il giudice padovano Domenica Gambardella lo ha condannato a 1 anno 6 mesi di reclusione, oltre a mille euro di multa, per falso ideologico e truffa aggravata (in quanto finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche: 20 mila euro emesse dalla Regione Veneto e 30 mila dalla Fondazione Cariparo) e commessa in violazione dei doveri inerenti alla qualità di ministro di culto.
All’ex sacerdote è stata concessa la condizionale, tuttavia dovrà pagare 23 mila euro di risarcimento alla Regione e 13 mila alla Fondazione Cariparo.
Deserta l’aula del palazzo di giustizia di Padova dove a metà pomeriggio è stata letta la sentenza che, almeno in primo grado, ha messo la parola fine al procedimento penale avviato nei confronti dell’ex sacerdote, dimesso ex officio dallo stato clericale dopo la scoperta del figlio. Non si è fatto vedere Sguotti, che aveva sempre partecipato a tutte le udienze manifestando sotto il profilo processuale un comportamento impeccabile, pronto a respingere con forza ogni addebito. Presente solo uno dei suoi difensori, l’avvocato Lavinia Guardo, e i legali di parte civile, Laura Baliello e Annamaria Lasalvia per Fondazione Cariparo, il collega Tito Munari per la Regione. La pubblica accusa aveva chiesto la condanna a 2 anni. Entro 90 giorni saranno depositate le motivazioni e si potrà comprendere il percorso logico e le ragioni che hanno convinto il giudice Gambardella a decidere per la condanna.
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