Il Movimento dei sacerdoti sposati operante in Italia dal 2003 invia alla Cei (la Conferenza dei Vescovi Italiani) alcuni punti-proposte sulla riammissione al ministero dei preti sposati caldeggiato anche da un recente documento della Congregazione del Clero.
settimananews.it ha pubblicato alcuni punti sintetici su ciò che potrebbero essere e fare quei sacerdoti che, sposandosi, hanno lasciato l’esercizio presbiterale. Josemari Lorenzo Amelibia dice di aver a suo tempo chiesto la collaborazione del noto canonista Roque Losada Cosme, e di avere inoltrato la sua proposta alla Conferenza episcopale spagnola. Ora il Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati li sottopone e comunica alla Conferenza Episcopale dei Vescovi Italiani (CEI)
Sono alcuni principi – nota Josemari Lorenzo Amelibia sul suo sito, apparso su Religion digital di Madrid – che possono servire come norma per lo sviluppo dell’attività pastorale, una volta accettata l’incorporazione dei preti sposati al ministero.
- I sacerdoti sposati, una volta incorporati pienamente nel ministero, promuovono un marchio legale differente da quello che regolano i canoni del diritto canonico, dato che ora non sono chierici.
- Questi sacerdoti si incorporano nel ministero come servitori qualificati del popolo di Dio e in tutto equiparati agli altri sacerdoti, perché lo sono.
- La loro dipendenza gerarchica sarà diocesana. Di conseguenza, si sottometteranno alle norme e direttive che ogni ordinario determini nella sua diocesi.
- L’incorporazione all’esercizio pieno si effettuerà previo dialogo con l’interessato e la conseguente informazione che ogni vescovo stimi conveniente.
- I servizi affidati dipenderanno in ogni caso dagli organismi corrispettivi e dalla loro previa accettazione: parrocchiali, se si tratta di servizi da svolgere all’interno di una parrocchia; delle rispettive commissioni diocesane (pastorale, liturgia, catechesi ecc.) se uno di questi sacerdoti, per la sua preparazione specifica, intenda darvi la sua collaborazione.
- I sacerdoti sposati riammessi al ministero nelle parrocchie possono essere incardinati nelle diocesi e inseriti nel sistema del sostentamento del clero.
- Della loro efficacia o inefficacia nel ministero deciderà l’ordinario del luogo, secondo le norme stabilite dalla Chiesa.
- Questi sacerdoti redigeranno alcuni statuti di regime interno per risolvere i problemi umani , economici, spirituali che porteranno via via a conoscenza e sottometteranno al nullaosta della Conferenza episcopale.