Rivoluzione nei Boy Scout. Il consiglio esecutivo dei Bsa (Boy Scouts of America) ha infatti abolito il divieto degli omosessuali a diventare capi. Una decisione che ha effetto immediato e che pone fine ad anni di discussioni e polemiche.
Quello di oggi è solo l’ultimo atto di un procedimento che il 21 maggio scorso aveva visto il promo passo concreto per l’ammissione delle persone dichiaratamente gay alla guida dei boy scout. Il presidente Robert Gates aveva infatti definito tale divieto “’insostenibile”. Ieri, poi, il voto: 45 i favorevoli, 12 i contrari. Lo stesso Gates ha commentato con soddisfazione la svolta: “Per troppo tempo questo tema ha diviso e distratto. Ora è il momento di essere uniti nella condivisa convinzione della straordinaria forza per il bene degli Scout”.
I leader gay erano stati persino rimossi negli anni scorsi, ma ora potranno presentare una nuova domanda. Nel 2013, anche in questo caso dopo un dibattito senza esclusione di colpi, era stata introdotta la possibilità di diventare scout ai giovani gay: una prima picconata al muro di chiusura che, oggi, è stato definitivamente abbattuto.
Quello dei boy scout, a ben pensarci, restava l’unico gruppo chiuso in questo senso. Chiesa esclusa. E proprio da parte della religione sono arrivate critiche alla votazione. Cattolici, mormoni e battisti hanno detto di essere preoccupati. Il reverendo Russell Moore, presidente della Convenzione etica battista, ha detto: “Mi è difficile credere che, nel lungo termine, i Boy Scout consentiranno ai gruppi religiosi la libertà di scegliere i loro leader. Negli ultimi anni, ho visto un raffreddamento di parte delle chiese battiste sugli Scout. Questo, probabilmente, trasformerà il raffreddamento in gelo”.
Era comunque arrivato il momento di aprirsi. Lo stanno facendo tutti i settori. Tutte le associazioni. I Boy Scout non potevano rimanere nel loro limbo di ‘finta perfezione’. Ora, anche gli omosessuali hanno raggiunto gli stessi diritti che già avevano persone di diversa razza o religione.