Rimuovere il bando sui preti sposati in modo da ovviare alla carenza di vocazioni

E’ sordo. Come una campana. Come una delle campane della chiesa che – nonostante l’età avanzata – si trova a guidare.

E proprio perché è sordo e passa la maggior parte del tempo a sistemare un apparecchio acustico che gli fischia in continuazione, il sacerdote di una parrocchia trevigiana è diventato l’ideale confessore di una comunità. Costituita soprattutto da giovani. I ragazzini (sgamatissimi) gli raccontano tutto. Il brutto, il peccaminoso e l’illecito di quanto fanno. Non sono mai stati così tranquilli nel confessare colpe, peccati, piccoli reati. Tanto sanno che lui, il parroco che li “ascolta” e gli dà l’assoluzione, di quello che dicono non sente praticamente nulla.

“Confessarsi – dice un ragazzino – per noi della parrocchia è un’esperienza troppo divertente. Di fronte al prete possiamo raccontare tutto ciò che vogliamo. Con la certezza che lui non sente niente di quello che diciamo. Si siede con noi e si appresta ad ascoltarci, ma dopo qualche secondo il suo apparecchio acustico fischia, così lui se lo toglie dalle orecchie e inizia a sistemarlo con le mani. Noi continuiamo a parlare e, alla fine, quando il parroco si rimette l’apparecchio, lo rassicuriamo di aver riferito ogni peccato. Lui ci assolve, ci dà la mano e via. La confessione è andata.”

I genitori dei ragazzi sono tranquilli e i ragazzi pure. Nella parrocchia dove questo curioso andazzo si ripete da mesi, la vita scorre tranquilla, la coscienza è a posto. E il fatto di avere un parroco quasi ottuagenario, che ha perso l’udito, spinge i fedeli è frequentarlo persino di più. Non solo durante il sacramento della confessione.

Secondo quanto riferiscono alcuni parrocchiani, anche durante le messe, il parroco stoppa per alcuni istanti le funzioni religiose per cercare di zittire quell’apparecchio che improvvisamente si mette a fischiare peggio dell’organo e gli impedisce di ascoltare la risposta corale dei fedeli, il coro, o semplicemente la sua voce. Una notizia che fa sorridere? Sì, probabilmente sì. Ma è anche una notizia che fa riflettere. Da diverso tempo, in diverse regioni del mondo, i cosiddetti “preti dissidenti” chiedono a papa Benedetto XVI di per rimuovere il bando sul sacerdozio femminile e sui preti sposati, in modo da ovviare alla carenza di vocazioni.

Ma pare che il pontefice non ci …senta. Il papa insiste a salvaguardare il voto di castità, nonostante i preti siano sempre meno. Siano sempre più anziani. Sempre più insufficienti a portare la parola di Dio nelle chiese e nelle comunità cattoliche. E allora, succede anche questo. Che i fedeli riscoprano la confessione, come un mezzo per parlare più che altro a se stessi.

Emanuela Da Ros – oggitreviso.it

16 Aprile 2012 ore 10:08

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