Preti sposati: nei Vangeli non è prescritto il celibato dei preti

 James Carroll,  noto giornalista americano, saggista, vaticanista e prete sposato, in un articolo di Atlantic, rivista statunitense cerca di analizzare i motivi di cosi gravi situazioni che si trova a vivere la Chiesa.

Il Movimento Internazionale dei Sacerdoti Sposati rilancia alcune tesi di Carrol (fonte: imgpress.it).

La tesi di fondo di Carroll è che sia  il clericalismo a mettere in discussione ruoli e strutture della Chiesa, che erano nate secoli fa, in un mondo completamente diverso.Del clericalismo che sia all’origine di tutti i mali nella Chiesa lo dice anche Papa Francesco quando sostiene che esso: “In generale è una perversione della vita della Chiesa e per questo bisogna porre molta attenzione a tale aspetto nella vita consacrata e nella formazione dei seminaristi nelle diocesi (…..) Essa è una perversione in quanto perverte quella che è la natura della Chiesa, del santo popolo fedele di Dio”. Carroll, per dare forza e veridicità al suo ragionamento, racconta di sé e del periodo in cui esercitava il ministero cioè degli anni 70, in cui  la Chiesa coraggiosamente faceva il più grande tentativo di modernizzazione.

Come ricordano molti studiosi della Chiesa, al Concilio Vaticano II fece seguito una reazione da parte degli ambienti conservatori, forse spaventati dalla portata del cambiamento.

Diverse riforme auspicate dal Concilio non vennero attuate e di lì a pochi anni, nel 1978, fu eletto Papa uno dei leader della fazione dei conservatori, cioè Giovanni Paolo II. Il sacerdozio e più in generale il funzionamento del clero non furono interessati da alcuna riforma”

Carroll sostiene il fatto che nei Vangeli non sia prescritto né il celibato né l’obbedienza cieca alla gerarchia, Molte delle cariche e dei ruoli che oggi diamo per scontati sono stati costruiti soltanto più tardi, secoli dopo la nascita delle prime comunità cristiane, che invece erano sostanzialmente egalitarie. Il celibato divenne la norma soltanto nel Medioevo dopo che fu assorbito il pensiero di  Agostino d’Ippona. 

Il giornalista continua scrivendo: “A un certo punto il tratto esclusivamente maschile della Chiesa e la sua misoginia diventarono inseparabili dalla sua struttura. Carroll torna, quindi, a riflettere sul clericalismo e afferma che “ la colonna portante del clericalismo è semplice: le donne sono subalterne agli uomini. I fedeli comuni sono subalterni ai sacerdoti, che sono “ontologicamente” superiori perché appartengono alla Chiesa. Dato che il celibato rimuove eventuali legami familiari o altre obbligazioni, i sacerdoti sono stati incastrati in una gerarchia che replica il sistema feudale in uso nel Medioevo. Il futuro arriverà senza farsi notare, passo dopo passo, come fa sempre […] Ma arriverà. Fra un secolo la Chiesa cattolica esisterà ancora, contateci. Se in passato fu appropriato, per la Chiesa, adottare strutture politiche del tempo – la Roma imperiale, l’Europa feudale – perché non dovrebbe assorbire i valori e la forma della democrazia liberale?”

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