Preti pedofili, il papà del bambino di Foggia dopo le parole del Papa: “Ora imponga di denunciare”

“Come può un prete causare tanto male?”, si chiede papa Francesco, al quale si erano rivolti i genitori di una delle vittime pugliesi: “Bisogna pretendere la verità, a partire dalla Chiesa”
Avete letto le parole del Papa?
“Sono andato dal tabaccaio, in paese. Mai nessuno ci aveva detto niente fino a ora: era tutto rimasto come sospeso, come se la nostra denuncia avesse fatto danni ad altri e non a noi. In tabaccheria si vendono anche i giornali, oltre le sigarette. Mi ha detto: ‘Hai letto il giornale? C’è il Papa che parla contro i preti pedofili. Avete vinto voi’. Quasi piangevo”.

Questo signore è il papà di uno dei bambini abusati da Gianni Trotta, don Gianni Trotta, il prete foggiano ridotto allo stato laicale per fatti di pedofilia. E mai denunciato dalla Chiesa. Tornato in paese, in questo paese della provincia di Foggia, don Gianni si è messo a fare l’allenatore di una squadra di calcio, nascondendo lo scandalo che lo aveva travolto, e secondo la Procura ha violentato e molestato una dozzina di bambini. Per gli abusi sul figlio di quest’uomo, straordinario per forza e dignità, è stato condannato a sette anni di reclusione. E’ in corso il processo per gli altri casi.

Nell’intervista a Repubblica di qualche giorno fa lei e sua moglie chiedevate proprio di incontrare papa Francesco.
“Avevamo fiducia, sapevamo che soltanto lui poteva rompere questo muro di omertà che c’è attorno alla Chiesa. Chissà quanti bambini hanno passato quello che è accaduto a mio figlio. E’ un dovere di tutti fare in modo che non accada più, lo hanno segnato per sempre”.

Cosa si dovrebbe fare?
“Convincere tutti a denunciare, e mi riferisco alle famiglie dei bambini abusati, così come abbiamo fatto noi. In paese tutti sapevano e nessuno parlava. Soltanto quando il caso è venuto fuori, in questi giorni qualcuno ha cominciato a stringerci le mani, a farci forza. Eppure soltanto la famiglia di un altro bambino si è costituita parte civile. E gli altri? Di cosa hanno paura?”.

La vergogna, forse?
“Non può esistere nulla che fermi un padre o una madre davanti a una vicenda così atroce. Non c’è vergogna che possa tenere. Bisogna pretendere la verità, a partire dalla Chiesa. Continuo a chiedermi: perché hanno taciuto? Il parroco del paese ha detto che non sapeva, il Vescovo di allora anche. E invece, purtroppo, sapevano tutti. Ecco perché ci aspettiamo tanto da papa Francesco”.

Cosa?
“Deve imporre la denuncia. Ci hanno detto che non sono obbligati a denunciare. E questo non è possibile, non è giusto, è mostruoso. Il Papa si è chiesto come
possa un prete causare tanto male. E’ la stessa domanda che ci facciamo noi ogni giorno”.

Francesco ha chiesto perdono e promesso la massima severità.
“Non ho dubbi, sarà così. Anche per questo abbiamo quel desiderio”.

Quale?
“Fargli conoscere nostro figlio. Uno sguardo, qualche sua parola, potrebbero restituirgli un pezzetto di quella vita che gli è stata tolta”.
repubblica.it

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