Preti in corsia, l’Asl spende 86mila euro ogni anno

IVREA. Una doppia convenzione per l’assistenza religiosa nelle strutture dell’Asl/To4. Una con l’Arcidiocesi di Torino, l’altra con la diocesi di Ivrea. Sono state rinnovate nei giorni scorsi. Sessantamila euro è il costo, a carico del servizio sanitario nazionale, della convenzione con la diocesi di Ivrea, valida dal primo luglio scorso e fino al 30 giugno 2017. Quindicimila euro sono sul bilancio dell’anno corrente, trentamila per il 2016 e altri 15 mila per il primo semestre del 2017. Centododicimila è invece il costo della convenzione con l’Arcidiocesi di Torino, 28mila euro sul bilancio di quest’anno e per il primo semestre del 2017 e 56 mila euro per il bilancio 2016. In sostanza: 86 mila euro l’anno. Tanto costa l’assistenza religiosa cattolica all’Asl/To4, la più estesa del Piemonte, con un territorio di oltre 3.100 chilometri quadrati, 177 Comuni e una frazione di Baldissero Torinese, suddivisi in due diocesi.

La convenzione con l’Arcidiocesi copre il servizio negli ospedali di Ciriè, Cuorgnè, Lanzo e nelle residenze sanitarie assistite mentre quella con Ivrea è relativa agli ospedali di Ivrea e Chivasso.

La materia che regola i rapporti tra assistenza religiosa cattolica e aziende sanitarie è regolata dalla legge 833 del 1978 ovvero quella sulla riforma sanitaria che assicura l’assistenza religiosa «nel rispetto della volontà e della libertà di coscienza del cittadino» che invitava le Regioni, titolari delle politiche sanitarie, a provvedere all’ordinamento del servizio. Servizio, quindi, a pagamento, per quanto riguarda la religione cattolica, fornito dalla Conferenza episcopale dei vescovi e a carico direttamente dalle aziende sanitarie, secondo quando stabilito, in Piemonte, da un’intesta stabilita dalla stessa Regione con la Cei che risale al 1998.

Le aziende sanitarie, di fatto, potrebbero anche procedere con assunzione diretta dei sacerdoti. All’Asl/To4, anche per via della distanza tra presidi ospedalieri e la frammentazione, non da oggi si è scelta la strada della convenzione. Per quanto riguarda la convenzione per Ivrea e Chivasso, il personale della diocesi deve garantire un impegno per 36 ore settimanali ed è previsto il rilevamento della presenza oltre alla possibilità, per il sacerdote (ma può essere anche un diacono), di accedere al servizio mensa con tariffa come se fosse un dipendente dell’azienda. L’Arcidiocesi di Torino garantisce invece un servizio di 65 ore settimanali suddivise tra i vari ospedali (Cuorgnè,

Lanzo, Ciriè e le residenze sanitarie assistenziali). Nelle convenzioni è evidenziata la flessibilità del servizio che, per propria natura, può essere richiesto anche in altri orari. Il personale religioso può, nell’espletamento delle sue funzioni, farsi aiutare da volontari. (ri.co.)

La Sentinella

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