“Una poltrona per due?” No, due poltrone per uno. Parafrasando il titolo del film del 1983 di John Landis, interpretato magistralmente da Dan Aykroyd, Eddie Murphy e Jamie Lee Curtis si potrebbe riassumere la sorte che nell’imminenza toccherà a padre Pierbattista Pizzaballa, 51 anni, che il 12 aprile scorso ha lasciato la Custodia di Terra Santa a Gerusalemme dopo dodici anni di mandato.
Padre Pizzaballa è stato nominato Custode di Terra Santa e Guardiano del Monte Sion nel 2004 succedendo per due mandati consecutivi all’indimenticabile padre Giovanni Battistelli e per tutti questi anni si è impegnato a creare una rete di relazioni e contatti, mostrando al mondo intero l’impegno concreto impiegato dai custodi verso la popolazione delle aree mediorientali più colpite dei conflitti. Inoltre, ha intessuto rapporti favorevoli con i rappresentanti del Governo israeliano e con l’Autorità palestinese. E ha giocato un ruolo essenziale negli accordi con le altre Chiese cristiane per i restauri del tetto della basilica della Natività di Betlemme e per quelli di consolidamento dell’edicola del Santo Sepolcro a Gerusalemme.
Adesso, nonostante il suo nome sia ancora tra quelli più nominati e ricordati tra i frati della Custodia, si attende il nome del successore, che sarà designato con il consenso della Santa Sede dopo la votazione dei frati della Custodia. Il 4 aprile scorso avevamo indicato come possibile successore padre Dobromir Jasztal, francescano polacco, attuale vicario custodiale, dottore in diritto canonico.
Alcuni organi di stampa si interrogano sulla prossima destinazione che sarà affidata a padre Pizzaballa e fino ad oggi due sono le scuole di pensiero. Da una parte, il sito on line Vatican Insidersostiene che per Pizzaballa potrebbe aprirsi prima del previsto la strada del ritorno con un ruolo di responsabilità. “Nei prossimi mesi – scrive il vaticanista Andrea Tornielli – si dovrebbe infatti decidere il nome del nuovo Patriarca latino di Gerusalemme, dato che l’attuale, Fouad Twal, ha compiuto 75 anni lo scorso ottobre. E il francescano bergamasco viene considerato da molti come un candidato autorevole. Gli ultimi due patriarchi latini, il palestinese Michel Sabbah (1987-2008) e lo stesso Twal, giordano, sono stati scelti tra il clero di origini arabe. È vero che esiste una lunga tradizione di Custodi italiani poi divenuti vescovi latini, da quando il Patriarcato residenziale è stato ristabilito, a metà del XIX secolo: l’ultimo di questi è stato Alberto Gori, Custode di Terra Santa negli anni della Seconda Guerra mondiale e poi dal 1949 al 1970, Patriarca latino. Ma è anche vero che per molti anni i frati di origine europea hanno svolto un servizio di supplenza per mancanza di clero autoctono. Oggi la situazione è diversa, e nonostante l’indiscussa autorevolezza di Pizzaballa, riconosciuta da tutti, la sua designazione non sarebbe così semplice”
Secondo altri commentatori, invece, sembrerebbe più che verosimile l’indiscrezione che vedrebbe padre Pizzaballa candidato outsider per la successione del cardinale Angelo Scola alla guida della diocesi di Milano. “Ora – si legge sul sito L’ultima ribattuta – Scola potrebbe lasciare con qualche mese di anticipo la guida della diocesi più grande del mondo come quella di Milano. Il probabile successore di Scola, da custode di Terra Santa fu il regista della storica visita di Abu Mazen e Shimon Peres, rispettivamente presidente palestinese e israeliano, presso la Santa Sede. Ma la scelta di padre Pizzaballa viene vista come un segnale di ritorno verso l’ex arcivescovo di Milano, il cardinale Martini, che proprio in Terra Santa, quando era malato, si ritirò tra il 2002 e il 2007”.
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