Otto per mille: Corte Conti, “Pochi controlli, Cei favorita”

La Corte dei Conti rileva “una serie di criticita’” nella gestione dell’8 per mille sull’Irpef. La Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato, in particolare, in una relazione punta il dito sul meccanismo “che permette ai beneficiari di ricevere piu’dalla quota indistinta destinata ai possibili beneficiari che non dalle precise scelte dei contribuenti”.
Inoltre, sottolinea “la rilevanza dei contributi, che ha superato ampiamente il miliardo di euro per anno; la scarsa pubblicita’ dell’ammontare delle risorse erogate ai beneficiari; il rilevante ricorso delle confessioni religiose alle campagne pubblicitarie; il rischio di discriminazione nei confronti di confessioni non firmatarie di accordi; l’assenza di controlli indipendenti sulla gestione dei fondi; la carenza di controlli sugli intermediari delle dichiarazioni dei redditi; lo scarso interesse dello Stato per la quota di propria competenza, essendo l’unico competitore che non sensibilizza l’opinione pubblica sulle proprie attivita’ e che non promuove i propri progetti. Le somme disponibili vengono talvolta destinate a finalita’ diverse anche antitetiche alla volonta’ dei contribuenti”. La Corte sollecita approfondimenti sulla attivita’ intrapresa dall’Agenzia delle entrate per il monitoraggio sugli intermediari, ma da’ atto “del miglioramento nella divulgazione dei dati da parte delle amministrazioni coinvolte e constata un ulteriore rallentamento nell’attribuzione delle risorse di competenza statale”. Ad esempio, la Corte rileva che un dato critico e’ proprio quello relativo alla mancata conservazione, da parte del Caf, delle schede recanti la scelta del contribuente. Nell’84,20% di tali irregolarita’, e’ stata trasmessa una scelta per la destinazione dell’8 per mille a favore della Chiesa cattolica.
Non solo, ma i magistrati contabili rilevano inoltre “la totale assenza, negli oltre venti anni di vigenza dell’istituto, di iniziative promozionali, da parte dello Stato, circa le prorpie attivita’, risultando l’unico competitore che non sensibilizza l’opinione pubblica sulle proprie iniziative”. Cio’ ha “compromesso” la possibilita’ di ottenere maggiori introiti. E nemmeno il fatto che negli ultimi anni si puo’ destinare la quota all’edilizia scolastica, ha sbloccato la situazione.
(AGI) .

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