Manovre di disturbo

 Frida Roy,   11 novembre 2011, 17:08

Manovre di disturbo

In queste ore il Cavaliere starebbe nuovamente valutando l'ipotesi di riprendere in mano il 'boccino' della partita, proponendo un nome alternativo a quello di Mario Monti per la premiership del nuovo esecutivo. La Lega: "Se propone Dini lo appoggiamo". Appello di Bersani a Di Pietro: Ripensaci. E il leader dell'IDV "apre" per la prima volta

Vertici, incontri, capannelli… è un venerdì di passione per un paese ormai senza bussola. E' ancora in alto mare il dibattito dentro e tra i partiti sul profilo che dovrà avere il governo del post Berlusconi, nel caso si riuscisse a formarlo senza il ritorno alle urne. 
Sia dal Pd che dal Terzo Polo si fa presente che le possibilità di riuscita del governo Monti aumentano soprattutto se ne facessero parte solo ministri tecnici. I nomi che erano usciti in mattinata di Gianni Letta e Giuliano Amato a garanzia politica per Pdl e Pd di un governo esclusivamente tecnico hanno ingarbugliato un quadro già molto difficile. Sui due nomi di Letta e Amato, infatti, sarebbe ripartito il gioco dei veti incrociati, che rischia di riportare in alto mare la fragile barca di un nuovo esecutivo. Eppure il Colle continua a chiedere un "sostegno condiviso" tra i principali partiti che dovranno sostenere il nuovo governo in Parlamento.

Anche nel Pdl si sta valutando con attenzione l'ipotesi di un governo puramente tecnico, soluzione che potrebbe limitare il gap con la Lega. Ma il Carroccio tenta il Pdl rilanciando la carta del governo Dini, per un nuovo "governo politico di maggioranza". Possibilità di successo? Praticamente nulle, ma il gioco nel centrodestra è quello al massacro e, in quest'ottica, ogni opzione è possibile.

Lamberto Dini è il nome che Silvio Berlusconi aveva già sussurrato giovedì notte, durante uno degli innumerevoli vertici Pdl. Per un governo a guida Mario Monti, spiegano le fonti della Lega interpellate, "non ci sono i numeri. Noi avevamo proposto Angelino Alfano. Ora a Berlusconi abbiamo chiesto di fare un terzo nome e lui al presidente della Repubblica proporrà Dini e noi diremo sì". 
Le fonti della Lega spiegano che un governo a guida Lamberto Dini farebbe rientrare anche i cosiddetti "malpancisti" del Pdl. Questo eviterebbe un governo tecnico a cui il partito di Umberto Bossi ha già detto 'no' e rinsalderebbe l'asse Pdl-Lega. A conferma arrivano le dichiarazioni del quasi ex ministro per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi, al termine del Consiglio dei ministri a palazzo Madama. Il Pdl "non si spaccherà" e "prevale la consapevolezza che si deve trovare un'altra soluzione" rispetto ad un governo guidato da Mario Monti.

C'è poi una seconda ipotesi che torna in auge: quella di un govenro Alfano con Monti ministro a Via XX Settembre. Del resto, è il ragionamento, il Pdl e la Lega sono ancora maggioranza al Senato. Alla Camera sono sotto di pochi voti e con un'operazione di questo genere, sono convinti in via dell'Umiltà, si recupererebbero anche quei parlamentari in procinto di abbandonare la maggioranza. Presupposto di questa nuova strategia, inoltre, è il fatto che da tempo Pier Ferdinando Casini ha detto pubblicamente che l'Udc sarebbe stato disponibile ad appoggiare un nuovo Governo di centrodestra solo a condizione di un passo indietro di Berlusconi. Passo indietro che il Cavaliere farà ufficialmente sabato, dopo l'ok finale al Ddl stabilità. 
Ipotesi che però alla luce del veto, mai tolto, della Carroccio ad un allaramento della coalizione all'Udc, sembrano fantapolitica o più semplicemente azioni di disturbo.  

Nel frattempo Mario Monti ha ufficialmente fatto ingresso a Palazzo Madama, oggi per il primo giorno come senatore a vita. Giusto il tempo della proclamazione e del benvenuto da parte di Schifani e dell'Aula e poi di nuovo al Quirinale, ma per adempimenti formali.

Le posizioni dei partiti, anche nel centrosinistra, sono in continua evoluzione: Bersani rivolge a Di Pietro l'invito a scegliere per il bene del Paese. "Ci sono dei passaggi di un paese in cui ognuno si prende le sue responsabilità. In amicizia penso e spero che Di Pietro e l'Idv ci ripensino: prima di tutto viene l'Italia", è l'appello del segretario Pd.
"Noi proponiamo totale discontinuità, non abbiamo esigenze particolari e soprattutto è inutile indebolire questa esperienza che potrebbe nascere per tutelare questo o quello", spiega Bersani. "Noi cerchiamo di proporre dei criteri, a partire dalla discontinuità, e nella sua autonomia il premier dovrà dar vita a una squadra compatta, fresca e nuova", sono le coordinate presentate dal segretario Pd.
Un ragionamento che convince Nichi Vendola: "Bersani ha detto che è importante sostenere un governo di emergenza, per un periodo limitato, con un programma di equità sociale, e ha usato la parola discontinuità, sulla quale sono d'accordo. Di Pietro ha già un giudizio su quello che potrebbe essere il segno di questo governo, un governo che magari non fa la patrimoniale ma si occupa di rendere ancora più selvaggio il mercato del lavoro, e per questa ragione mette le mani avanti. Io parlo di un governo di scopo, e questo scopo non può che essere l'equità sociale, e poi le elezioni a primavera. Altrimenti, con le elezioni a gennaio, si rischiano altri due mesi di campagna elettorale, che per l'Italia sarebbero una sciagura".
E alla fine anche Antonio Di Pietro getta l'ascia di guerra.  "Il nuovo deve essere un governo tecnico e non un governo composto da coloro che ci hanno già governato e di cui finora abbiamo contestato ogni azione". spiega il leader di Idv  intervenendo in una conferenza stampa a a Bari. "Riteniamo fondamentale – ha aggiunto – costruire un'alternativa di governo più solidale e che tenga conto delle fasce sociali più deboli, e per questa ragione Pd, Idv e Sel a Vasto avevano ed hanno fatto un passo che noi intendiamo mantenere e rilanciare", ha proseguito il presidente di Idv. "Per quanto riguarda i rapporti Idv-Sel e Di Pietro-Vendola – ha aggiunto – sono stretti, continui e dialoganti".
L'accordo di Vasto con Pd e Sel è saldo.
 
paneacqua.eu

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