Mafia: concerto del boss in chiesa Siracusa

Quel concerto non si doveva fare. La pensa cosi’ anche l’involontario protagonista della vicenda padre Carlo D’Antoni, parroco di Bosco Minniti, a Siracusa, dove lunedi’ sera dal palco montato sul campetto di calcio adiacente alla chiesa, i microfoni hanno diffuso canzoni neomelodiche inneggianti mafia e rapinatori. A organizzare il concerto un boss ai domiciliari, Concetto Garofalo, e il figlio Sebastiano condannato per estorsione. “Se avessi saputo prima quello che di cui sono venuto a conoscenza adesso avrei risposto di no – spiega padre Carlo D’Antoni -. La parrocchia con i mafiosetti locali non ha nulla a che vedere. Ma qui vengono tutti, trovano accoglienza e non e’ mai successo nulla. Sono tranquillo, solo rattristato perche’ mi sembra che la parrocchia sia stata strumentalizzata”. In sua difesa interviene anche l’arcidiocesi: il sacerdote, spiega l’Ufficio per la Pastorale delle Comunicazioni sociali, “ha sempre agito con trasparenza. Nelle sue azioni c’e’ sempre stata l’accoglienza nei confronti dell’altro: anzi in questi anni proprio la parrocchia di Bosco Minniti e’ stata riconosciuta a livello nazionale come simbolo di accoglienza nei confronti degli ultimi. Padre Carlo ha sempre combattuto la mafia e gli atteggiamenti mafiosi, sostenuto dalla Chiesa di Siracusa, ma l’accogliere l’altro implica degli inevitabili rischi. Ma non puo’ essere messa in dubbio l’integrita’ del parroco della chiesa di Maria Madre della Chiesa e del suo agire”. (AGI)

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