Liberamente a Torrimpietra

Le nozze della Carfagna, prima ancora di essere celebrate, sono già un pezzo della grottesca pochade berlusconiana.

 

«É sempre più matta. L’ultima è che lei pretende davvero di impalmare Berlusconi…», rivela il signore del gossip Roberto D’Agostino in arte “Dago” a “Bisi”, al secolo Luigi Bisignani. Invece oggi nel castello di Torrimpietra, alle porte di Roma, Mara Carfagna impalmerà il bonazzo costruttore romano Marco Mezzaroma.

Il presunto sposo dei suoi sogni, Silvio Berlusconi, ricoperto di fondotinta maròn, strizzato nel doppiopetto da cerimonia e innalzato su tacchi occulti, vestirà i panni di testimone di lei. Duecentocinquanta vip invitati festeggeranno in gran pompa la bella ministra, tanto amata da Italo Bocchino, nello splendido maniero della casata dei Carandini, a un tiro di schioppo dal più grande club di scambisti della capitale, il celebre Olimpo di mister Gianfry. Alessandra Mussolini, che definì Mara una “vajassa”, s’è offesa assai: «È una ministruccia, doveva invitare tutte le deputate del Pdl».
Vile colore, che l’austera Europa disprezza. La nipote del Duce non coglie infatti il recondito significato politico dell’evento. Gli sponsali saranno infatti l’occasione per un primo incontro, dopo molto tempo, dei massimi vertici della fantomatica corrente del Pdl Liberamente: cioè del trio delle fondatrici Gelmini- Prestigiacomo-Carfagna, cui s’aggiunse l’astuto Franco Frattini.
All’epoca ci s’interrogò sul perché dell’improvvida convergenza del capo della Farnesina sulla piattaforma correntizia che imbarcava pure Michaela Biancofiore. Oggi, grazie alle orecchiute investigazioni della procura di Napoli, comprendiamo che non si trattò affatto di un caso.
In realtà un invisibile, specialissimo filo rosso legava questi calibri da novanta del Pdl già proiettati nel dopo-Berlusconi. A tirarlo, dalla sede della sua Spectre segreta di piazza Mignanelli, c’era il vero mentore e ispiratore della strampalata corrente del Pdl, l’infaticabile faccendiere Luigi Bisignani, il cosiddetto vice-Gianni Letta.
Certo, dalle impietose intercettazioni emerge un quadro poco commendevole delle relazioni interpersonali e amicali tra i leader politici di Liberamente, che in privato usavano anche toni irriguardosi nei confronti del Cavaliere.
La ministra Prestigiacomo, oltre ad accusare il premier di essere «purtroppo poco intelligente», si lamentava di essere stata messa da parte e per il fatto che Berlusconi «dà sempre ragione a Mara». (Ma su che cosa?).
Il ministro degli affari esteri Frattini descriveva il suo presidente del consiglio e amato leader Berlusconi all’amico Bisignani come uno che una cosa «l’ha chiara oggi, ieri meno, domani chissà» e la ministra Gelmini con lo sguardo rivolto al futuro visti i guai giudiziari e la parabola politica del Cavaliere, voleva già agganciare Luca Cordero di Montezemolo: «Gigi, secondo te è utile fare un tavolo? Con te, lui, io e Frattini?». Oggi eccoli tutti insieme a Torrimpietra, per un’allegra rimpatriata: il Capo «poco intelligente » e le volpi di Liberamente.
Come niente fosse, senza rancori. È anche questo il bello della politica intesa come servizio, scevra da ombre d’interessi personali, capace di superare con generosità piccole meschinità e personalismi.
É questo il messaggio politico che viene da Torrimpietra. Pare impossibile che Alessandra Mussolini non riesca a coglierlo. Altro che partecipazioni, confetti, lancio del riso. Il raduno di Torrimpietra è un segnale per tutto il Pdl in crisi che oggi guarda con speranza al riaccendersi del faro di Liberamente, una fucina di idee e un laboratorio al servizio dell’intero partito, una realtà culturale capace di esprimere una nuova classe politica seria, qualificata, adamantina.
Quelli di Liberamente e il consigliori Bisignani, loro sì che avevano capito davvero come riformare e rifondare la vecchia politica.
Ci sarà anche il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, oggi, a Torrimpietra: purtroppo assente il suo cosiddetto “vice” Bisignani, temporaneamente agli arresti domiciliari. Sarà un matrimonio comunque memorabile, quello della Carfagna nel castello, per quanto con foto già ingiallita: Mara e i suoi familiari immortalati con papaveri ammosciati e mezze cartucce di un regime che è ormai divenuto la parodia di se stesso. Le nozze della Carfagna, prima ancora di essere celebrate, sono già un pezzo della grottesca pochade berlusconiana.
Il caso Bisignani e il groviglio della P4 rendono tutto, se possibile, un po’ più penoso. Perché hanno offerto uno squarcio ancor più desolante del piccolo mondo di arrampicatori cresciuto all’ombra del Cavaliere, popolato anche da quei ministri-puffi dai piani sconclusionati che si recano in processione da Gigi.
Un Bisignani al cui confronto giganteggia per serietà persino il massone incappucciato interpretato del comico Corrado Guzzanti che si propone di riportare un po’ d’ordine nel caos berlusconiano: «Fratelli, avimm fatt o’ golpe cchiù lungo del mondo: diciassett’anni!». Bisignani e i suoi cari del Pdl, al contrario, aggiungevano confusione a confusione.
Ma oggi bando alle tristezze, si guardi al futuro con ottimismo. Liberamente si rilancerà. Felicità.

Francesco Lo Sardo

europaquotidiano

26 Giugno 2011

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