La lavanda dei piedi e quelle verità scoperte…

E’ uscito da poco e se ne è già discusso moltissimo, con toni anche accesi, nel bene (entusiasti) e nel male (convinti detrattori). Comunque la si voglia pensare su “Il Regno” di Emmanuel Carrère (Adelphi), è molto difficile rimanere indifferenti al finale. Dopo pagine e pagine di analisi sulle origini del cristianesimo e di tormentata autobiografia spirituale, contrassegnate da un registro fortemente intellettuale, l’autore chiude con pagine intensamente “corporee” che possono interessare, anche solo tangenzialmente, questo blog e di cui può forse valere la pena far cenno in questi giorni, centrali nella liturgia cristiana.

Riportiamo testualmente alcuni stralci.

Una persona scrive all’autore: «Vorrei proporle una soluzione. È a portata di mano. Si trova, molto concretamente, in fondo al catino in cui lei si sarà fatto lavare i piedi e avrà lavato quelli di qualcun altro, se possibile handicappato»…
«…Stavo terminando questo libro, e non posso negare che ne ero piuttosto soddisfatto. Mi dicevo: scrivendolo ho imparato molte cose, ne imparerà molte anche il lettore, e queste cose lo faranno riflettere: ho fatto un buon lavoro. Al tempo stesso, avevo il tarlo di non essere arrivato al nocciolo della questione. Di essere finito fuori strada, nonostante tutti i miei studi, la mia serietà, i miei scrupoli…».
«…senza saperlo, Bérengère tornava a tirarmi per la manica perché non mandassi il libro a Paul, il mio editore, prima di avere intravisto questo qualcosa…».

Quel “qualcosa” l’autore lo incontra in un ritiro organizzato dal movimento dell’Arca, fondato in Francia da Jean Vanier, un canadese che aveva fatto la guerra nella marina inglese, poi era stato ufficiale nella marina canadese, poi aveva studiato filosofia. Jean Vanier, a un certo punto della sua vita decise di prendere con sé a vivere due persone allora ricoverate in un ospedale psichiatrico, fondando, di fatto, con loro una famiglia: la prima comunità dell’Arca. Cinquant’anni dopo, ci sono nel mondo centocinquanta comunità dell’Arca (in Italia l’Arca ha ispirato il movimento “Fede e luce”.

Nel ritiro in questione Carrère, come tutti gli altri, è invitato a fare la lavanda dei piedi a persone per lui sconosciute, fossero direttori di banca o ragazzi affetti da qualsiasi forma di disabilità.

Ridiamogli la parola.

«…Come si può raggiungere qualcuno che è a tal punto irraggiungibile? Non si può parlargli, non sente. Non si può farlo ragionare, non capisce. Ma si può toccarlo. Si può lavare il suo corpo. È questo ciò che ci ha insegnato a fare Gesù il giovedì santo. Quando istituisce l’eucaristia, Gesù si rivolge a tutti e dodici i discepoli insieme. Ma quando si inginocchia e lava i piedi, lo fa a ciascun discepolo individualmente, chiamandolo per nome, toccando la sua carne, raggiungendolo là dove nessuno ha saputo raggiungerlo. Toccarlo e lavarlo non guarirà Éric, ma non c’è nulla di più importante per lui e per chi lo fa. Per chi lo fa: è questo il grande segreto del Vangelo».

Da laici o da credenti, non importa, la sensazione è che non ci sia niente da aggiungere.

corriere.it

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