La Fiat "continua a tentare di scaricare sui lavoratori le conseguenze delle sue non scelte

In serata parla l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne: "La lettera inviata ieri ha un aspetto esclusivamente tecnico in quanto altro non è che la disdetta formale degli accordi in vigore, alcuni dei quali risalenti agli anni Settanta", afferma e garantisce che l'azienda s'impegna "a definire il più presto possibile con le organizzazioni sindacali accordi più moderni" in grado "di assicurare la flessibilità e la governabilità degli stabilimenti" e "condizioni di lavoro migliori e adeguati trattamenti economici'". Gli stabilimenti dell'auto, assicura inoltre Marchionne, ad eccezione di Termini Imerese (che a giorni chiuderà) "avranno una precisa missione con nuovi prodotti e, non avendo ridotto la nostra forza lavoro nel momento peggiore della crisi, non intendiamo farlo ora che stiamo lavorando alla realizzazione delle condizioni per crescere nel futuro".
Quella della disdetta "è una questione delicata che va trattata con grande attenzione", afferma il neo-ministro del Welfare, Elsa Fornero.

La Fiom non ci sta e, spiega il leader Maurizio Landini, valuterà l'iniziativa anche della mobilitazione generale ("Non escludiamo nulla", dice) al Comitato centrale convocato per martedì 29. Mentre, riferisce, il Lingotto sta annunciando la disdetta dei contratti anche alle aziende di Fiat Industrial.
A giorni, dunque, partirà il confronto della Fiat con i sindacati; possibile la prossima settimana. Disponibili ad aprire subito un tavolo per il contratto auto si sono dette Cisl, Uil, Ugl, insieme alle sigle di categoria Fim, Uil, Uglm e con loro la Fismic, che hanno inviato una lettera a Torino con la richiesta di un incontro urgente.
Invece per il leader della Cgil, Susanna Camusso, la Fiat "continua a tentare di scaricare sui lavoratori le conseguenze delle sue non scelte. Credo sia giusto che la categoria decida innanzitutto di fare le assemblee, e decida di farlo con lo sciopero" e a Cisl e Uil dice: "Un grande sindacato confederale non può mai accettare un'azienda che decida di escludere altri sindacati".

Cisl e Uil sconfessano il contratto nazionale
Cisl e Uil hanno già digerito il diktat di "girocollo" Marchionne . Bonanni e Angeletti, ricevono un uppercut nello stomaco ma hanno già la soluzione pronta: aprire le trattativa per dar vita a ad un contratto per il settore auto e al bando , senza rimpianto, il contratto nazionale dei metalmeccanici come se si trattasse di trangugiare una manciata di noccioline. Sono certi che sarà migliore dell'attuale contratto per tutti i metalmeccanici, quasi che Marchionne fosse un buon Babbo Natale. Sentite Angeletti, il segretario generale della Uil: "Bisogna avviare subito un tavolo negoziale per un contratto dell'auto che si ponga questo obiettivo, puntando sulla crescita salariale e sulla produttività. Queste sono le due condizioni di partenza per restituire competitività al settore, consolidare gli stabilimenti italiani e aumentare l'occupazione". Angeletti sembra ignorare che il gruppo Fiat, oggi, è una massa informe di cassa integrazione, a Termini Imerese l'azienda chiude i battenti quando non c'è ancora una soluzione e c'è in corso una trattativa in sede ministeriale. Non solo le sole parole di critica vengono rivolte non all'Ad del Lingotto, non sia mai, ma alla Fiom.

Angeletti attacca la Fiom
Dice: "Non è accettabile che la Fiom operi in una condizione di privilegio in cui, da un lato, non si assume alcun impegno contrattuale e, dall'altro, pretende di avere mani libere, violando così la legge e, in particolare, lo Statuto dei diritti dei lavoratori". Davvero il peggio non ha mai fine. Accusare il più grande sindacato dei metalmeccanici di violare leggi e Statuto dei lavoratori è un "vulnus" per lo stesso Angeletti. Sempre lui dice di conoscere il "Piano fabbrica ", il libro dei sogni che anche in casa Fiat definiscono solo "appunti".
Bonanni, segretario generale della Cisl inventa, un modello contrattuale che viene incontro al diktat di Marchionne. Dice: "Fiat ha fatto la scelta autonoma di non aderire più a Confindustria. E quindi chiederà a noi di fare un contratto nazionale dell'Auto. Cosa che faremo, avendo già firmato accordi per la contrattazione aziendale. Questo il quadro di uno dei più gravi attacchi al sindacato, al suo ruolo di protagonista, in questi anni del dopoguerra. Il governo non se la può cavare dicendo che si tratta di una " questione delicata". Questo i lavoratori lo sanno bene. Non c'è bisogno che un ministro glielo ricordi.

Il silenzio assordante del governo
Landini auspica che l'esecutivo "intenda dire cose precise e svolgere il suo compito. Se ha qualcosa da dire di diverso dal vecchio, lo faccia. Il tempo delle ipocrisie è finito", Il governo – ha aggiunto il leader di Fiom per l'auto, Giorgio Airaudo – ha l'occasione di farsi illustrare il piano industriale da Fiat". Giorgio Cremaschi, altro dirigente Fiom , parla di "sostanziale fascismo, perché non solo si vogliono imporre condizioni di supersfruttamento ai lavoratori, ma si vuole anche impedire ad essi la libera azione sindacale e persino il libero voto per le proprie rappresentanze."
Il ministro Passera sorvola, nega di aver mai dichiarato che si stia occupando di questa vicenda, quasi fosse un peccato. "Mi sto occupando di Termini Imerese", fa sapere. Interviene anche il ministro del Welfare, Elsa Fornero: "E' una questione delicata che va trattata con grande attenzione". Non si può non notare l'imbarazzo dei ministri che fanno finta di non accorgersi che Marchionne sta giocando sporco con il governo, con il presidente Monti impegnato a creare un clima di coesione, un rapporto più sereno, meno teso, che ha annunciato incontri con le parti sociali. Proprio ciò che l'ad della Fiat non vuole. Il segretario generale della Fiom si rivolge anche a Cisl e Uil. La disdetta di tutti gli accordi data da Marchionne si qualifica come un "tentativo di escludere o cancellare la Fiom, uno strappo" del quale gli altri sindacati non devono "rendersi complici". "Con la decisione del Lingotto – prosegue – si va oltre l'accordo del 28 giugno. Qui si sta applicando l'articolo 8 voluto da Sacconi e dal governo Berlusconi" Ha poi reso noto che Fiat sta inviando la disdetta degli accordi sindacali anche alle aziende del gruppo Fiat Industrial, da Powertrain a Cnh e Iveco.

La Fiom non ha firmato l'accordo di Pomigliano e "non firmerà mai un accordo che cancella il contratto nazionale di lavoro, i diritti e le tutele dei lavoratori e che cancella un sindacato", assicura Landini, condividendo le parole di Camusso che sulle parole di Marchionne aggiunge: "Mi viene un po' il sospetto che ci sia anche un meccanismo ad orologeria che la Fiat utilizza sistematicamente: ogni volta che si parla di confronto getta una miccia per incendiare tutto". "Insieme si valuteranno le iniziative", al tavolo con la Fiat "andiamo", assicura poi Landini, il problema è che con l'azienda "non è mai stato possibile contrattare per nessuno". Con l'accordo di Pomigliano si torna alle Rsa (Rappresentanze sindacali aziendali) che vengono nominate (e non elette come le Rsu) e costituite dai sindacati firmatari. La Fiom resta così fuori.
Ma i metalmeccanici Cgil preannunciano: 'Eleggeremo i delegati e se la Fiat non li riconoscerà, la denunceremo per attività antisindacale". Intanto "la prima risposta che daremo è di proclamare assemblee in sciopero in tutti gli stabilimenti" del Lingotto, decise sito per sito, e distribuire nelle fabbriche il testo dell'accordo di Pomigliano.

Alessandro Cardulli – paneacqua.eu

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