La comunione negata al bambino disabile deve interpellare tutta la comunità cristiana. Ci sono delle incongruenze

RIMINI – “Centinaia di ragazzi gravemente disabili anche nella nostra comunità, molti cerebrolesi, ricevono regolarmente la comunione con il consenso del parroco e dei rispettivi vescovi”. Giovanni Ramonda, responsabile generale dell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, scrive al parroco che a Porto Garibaldi, in provincia di Ferrara, ha negato la comunione a un bambini affetto da un grave ritardo mentale. “Carissimo don Piergiorgio”, scrive il responsabile della comunità fondata da don Oreste Benzi, “la comunione negata al bambino disabile deve interpellare tutta la comunità cristiana. Ci sono delle incongruenze che vanno svelate: diversi parroci danno disinvoltamente la comunione a divorziati risposati, trasgredendo a una chiara indicazione della Chiesa, mentre a una creatura prediletta dal Signore viene negato il suo corpo ed il suo sangue. Stiamo attenti a non filtrare i moscerini e ingoiare i cammelli”. Ramonda spiega anche che, all’interno della comunità, anche i ragazzi gravemente disabili ricevono la comunione. “Sono degli angeli crocifissi, come diceva il nostro fondatore don Oreste Benzi”, prosegue il responsabile: “Penso che dobbiamo ripartire dagli ultimi accogliendoli realmente nelle nostre comunità, avvicinando le famiglie che hanno al loro interno i disabili e sostenerle”. (Pietro Scarnera)

superabile.it 14 Aprile 2012 ore 03:55

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