CNRI – Il regime fondamentalista iraniano la scorsa settimana ha arrestato un gruppo di cristiani iraniani praticanti, in una chiesa domestica nella città di Isfahan, Iran centrale.
In totale sono stati arrestati 11 cristiani durante un’irruzione eseguita nella loro congregazione venerdì scorso 12 Agosto. Il raid è stato compiuto da agenti dell’intelligence in borghese ed armati, secondo alcuni testimoni oculari.
Dieci degli arrestati sono stati identificati come Amin Ahanin, Mohammad Alyasi, Fatemeh Amini, Edmund Khachaturian, Mohammad Malek Khatai, Mohsen Khoobyari, Arash Qodsi, Hamed Sepidkar, Samaneh Shahbazi-Far e Maryam Zonubi. Un’undicesima persona arrestata durante la messa non è ancora stata identificata.
Tutti sono stati portati via con i furgoni degli agenti della sicurezza armati di pistola e con i walkie-talkies.
All’interno della chiesa domestica sono stati confiscati libri e altra letteratura cristiana.
Non si hanno informazioni sullo stato attuale dei detenuti.
Il regime dei mullah ha inasprito la repressione sulla popolazione appartenente alla minoranza cristiana iraniana.
Il regime ha arrestato molti cristiani iraniani il giorno di Natale dell’anno scorso, in una chiesa domestica nella città di Shiraz, Iran meridionale.
Questo gruppo di cristiani si era riunito il 25 Dicembre per celebrare il Natale, quando agenti in borghese del famigerato Ministero dell’Intelligence e della Sicurezza del regime iraniano (MOIS), hanno fatto irruzione nella chiesa domestica.
Agenti armati del MOIS hanno saccheggiato il posto, sequestrando oggetti personali e parabole satellitari, secondo i racconti di alcuni testimoni oculari, i quali hanno detto anche che gli agenti si sono comportati in maniera “offensiva” con gli arrestati.
Il mese scorso, alla vigilia della conferenza annuale della Resistenza Iraniana “Iran Libero” di Parigi, quasi 80 leaders della chiesa del Regno Unito e degli Stati Uniti, hanno firmato una dichiarazione esprimendo la loro profonda preoccupazione per la repressione dei cristiani in Iran e sollecitando i governi occidentali a condizionare qualunque miglioramento delle relazioni con il regime iraniano ad un miglioramento della situazione dei diritti umani, compresa la situazione dei cristiani, in Iran.
I vescovi, tra cui John Pritchard, ex-vescovo di Oxford, il vescovo di Stepney, Adrian Newman, il vescovo di Selby, John Thomson e Rachel Treweek, il vescovo di Gloucester primo vescovo diocesano della Chiesa d’Inghilterra e vari sacerdoti, hanno ribadito che la repressione dei cristiani in Iran è aumentata con la presidenza di Hassan Rouhani.
Ed hanno aggiunto: “La teocrazia al potere in Iran è giustamente fonte di grave preoccupazione per le organizzazioni e le istituzioni per i diritti umani, con un particolare interesse alla protezione dei diritti dei cristiani. I rapporti del Segretario Generale dell’ONU, dell’Inviato Speciale dell’ONU sulla situazione dei diritti umani in Iran e del Dipartimento di Stato americano, indicano tutti che la repressione dei cristiani non è solo continuata, ma si è intensificata durante la presidenza di Hassan Rouhani”.
Questi leaders cristiani hanno ribadito: “In tali circostante, noi chiediamo a tutti i paesi occidentali di considerare la vergognosa situazione dei diritti umani in Iran, in particolare la dolorosa situazione dei cristiani e l’inasprimento della loro oppressione, nell’intraprendere le loro relazioni con l’Iran. Noi chiediamo a loro di condizionare il miglioramento di queste relazioni alla fine della repressione dei cristiani e alla fine delle esecuzioni.
Mahmoud Hakamian – politicamentecorretto.com