Il notaio della curia e i preti «puniti»

È il notaio della curia. Si chiama don Sabatino Naddeo, è parroco a Battipaglia, a San Gregorio VII. Lo descrivono come l’ultimo uomo di fiducia e sacerdote fedelissimo all’arcivescovo Pierro. È lui il destinatario delle missioni importanti e, al momento, conta nel potere interno della curia più del vicario generale, don Marcello De Maio, ex componente del Gregge, poi sganciatosi dalla cordata di amici preti. «Per obbedienza al vescovo» disse in quei giorni don Marcello. «Per carrierismo» gli ribatterono i nemici. Monsignor De Maio, solo canonicamente numero due, resta nel suo ufficio ma, quando deve convocare qualche sacerdote «punito» dal vescovo per comunicazioni importanti, viene sempre affiancato da don Sabatino Naddeo, il notaio del vescovo. Una figura prevista dal codice di diritto canonico e che si nomina, solo nelle grandi diocesi, con il cancelliere e il vice cancelliere. Cioè sono gli ufficiali che controfirmano gli atti del vescovo. Fatto è che a Salerno sia il cancelliere, don Peron che il vice don D’Alessio sono stati esautorati dall’incarico e, pur non avendo mai ricevuto il decreto di rimozione, hanno trovato le serrature degli uffici cambiate da un monsignore di curia notoriamente esperto di bricolage. Monta l’imbarazzo, in curia, nei giorni in cui si discute della nomina di un arcivescovo coadiutore che venga a mettere ordine mentre si allunga la lista dei preti puniti e che ottengono ragione solo dal Vaticano. L’elenco è lungo: due vicari generali destituiti, Spatuzzi e Romano, preti cacciati come Cipollaro e Petrone, preti emarginati e confinati, come Magna e Rescigno, preti ridotti al silenzio dei quali magari non si hanno notizie per la loro riservatezza. In curia ti raccontano del rapporto che un santo vescovo, come Gaetano Pollio, martire del Cristianesimo in Cina, seppe avere con il clero. Pollio gestì con sapienza ed equilibrio ben due diocesi, quella di Salerno e quella di Campagna che nei primi anni Settanta fu resa sede vacante (senza più nomina di un vescovo residenziale, l’ultimo fu Jolando Nuzzi) ma affidata alle mani sagge, sicure ed equilibrate di un vicario generale. Ieri mattina la notizia della nomina del coadiutore è diventata pubblica. In Curia sanno del pressing che ambienti vaticani esercitano su monsignor Agostino Superbo. Da noi interpellato, l’attuale arcivescovo di Potenza non ha smentito la nomina di un coadiutore quando ha sostenuto che «nella prassi vaticana nessun visitatore apostolico è stato poi nominato nella diocesi visitata». Ma a Roma lo hanno pregato di accettare. Sempre ieri mattina veloci consultazioni del vescovo con i suoi collaboratori, a partire da don Comincio Lanzara, il monsignore che ha attraversato la fine del secolo scorso fino ai giorni nostri accanto a tutti gli arcivescovi. I collaboratori del vescovo pronunciano a bassa voce i nomi dei possibili coadiutori. Per loro, la prima preferenza, è per l’attuale vescovo di Alife e Caiazzo, monsignor Pietro Farina. ant.man. – in ilmattino.it ed. Salerno

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