Un’indagine dell’Espresso per scoprirlo. Tra case per ferie, seminari, collegi, convitti ed ex conventi che avranno anche prezzi concorrenziali, ma intanto incassano. Perché, tanto per fare un esempio, per le spoglie di Padre Pio, a Roma, a febbraio sono arrivati un milione di pellegrini.
Il ‘Grand Hotel Giubileo’ offre 500 strutture con oltre 20 mila posti letto. Una buona fetta di pellegrini italiani sceglie proprio queste residenze per alloggiare: parliamo di cinque miliardi di giro d’affari annuale tra l’albergo, il tour e le visite guidate a chiese e monumenti. Oltre 40 milioni di presenze che la Chiesa intercetta grazie alle Diocesi che hanno, ognuna, l’Ufficio pastorale per il turismo, il tempo libero, lo sport e i pellegrinaggi. E all’Opera Romana Pellegrinaggi, nata nel 1934.
E ancora: convenzioni con 2.500 agenzie, migliaia di referenti sul territorio per l’Opera Romana, che ha sede in Vaticani e dunque gode del regime di extraterritorialità (niente bilanci da presentare, niente fisco italiano).
Il portale della Diocesi, altro veicolo di attrazione turistica, pubblica i banner per arrivare a ‘Casa bonus pastor’: altre 89 camere a un passo dalle mura vaticane, con aria condizionata, wi-fi e tv satellitare. Ma c’è anche la casa di ‘Santa Francesca Romana’, a Trastevere, con cappella privata. Imponente, dunque, ciò che la Chiesa mette in campo per accogliere, certo, nell’Anno Santo, ma anche per guadagnare. Tanto che Papa Francesco si è fatto sentire: “Non serve trasformare i conventi abbandonati in alberghi per guadagnare soldi”.
In Italia, ci sono 300 mila tra santuari, collegi, convitti, monasteri, chiese, parrocchie, istituti religiosi, seminari, ospizi e orfanotrofi. A Roma ogni anno arrivano 20 milioni di turisti e, molti di loro, trovano riparo proprio in queste strutture riconvertite. Che per il Giubileo stanno facendo affari d’oro. Forse troppo. Considerato che molte non pagano Imu e Tasi in quanto censite come case senza scopo di lucro.
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