Stefano Proietti, giornalista presso l’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, ha voluto raccogliere riflessioni in un agile e interessante libretto intitolato Il bandolo della matassa. 10 buone ragioni per andare a messa la domenica (Edb). Partendo dalla sua esperienza di genitore di tre figli, Proietti scrive che “a messa non si può andare per assolvere a un obbligo. Non può essere una tassa da pagare a un esattore esigente, né tantomeno una lusinga per compiacere un padre esigente”.
E aggiunge: “È talmente bello, arricchente, rigenerante partecipare alla celebrazione domenicale che non si può accettare di svenderla così, come se fosse merce di scambio da barattare con un quarto d’ora in più nell’ora di rientrare a casa o di spegnere il telefono”. Il giornalista allarga lo sguardo anche alla mancanza di vocazioni sempre più crescente in Italia come nel resto del mondo. “La necessità – scrive Proietti – di non far mancare preti alla Chiesa è talmente prioritaria che l’idea di conferire l’ordinazione sacerdotale a ‘viri probati‘, uomini di fede provata, forse anche sposati e con prole, non è più qualcosa di assolutamente impensabile”.
Allora spazio ai preti sposati nella Chiesa