Espulso dalla Danimarca studente modello africano, lavorava troppo

Copenaghen – E’ a suo modo emblematica delle storture che la crisi migratoria sta seminando in Europa la storia di Marius Youbi, 30 anni, originario del Camerun, studente modello perfettamente integrato in Danimarca, dove si e’ trasferito da tempo con la famiglia: o, meglio, si ‘era’. Perche’, parafrasando una vecchia espressione burocratica di sapore ottocentesco, Marius e’ infatti stato espulso non soltanto da tutte le scuole del Regno, ma addirittura dal Regno stesso, ed e’ dovuto tornare in patria lasciando in Scandinavia i suoi cari. Il motivo? Non contento di brillare negli studi accademici in Ingegneria, invece di campare a suon di sussidi e di espedienti, per mantenersi all’Universita’ di Aarhus si era trovato un posto part-time come addetto alle pulizie. Per scoraggiare i migranti dallo stabilirsi nel Paese scandinavo, pero’, di recente le gia’ rigide norme danesi in materia sono state ulteriormente inasprite: sicche’ agli stranieri che studiano non e’ consentito lavorare piu’ di quindici ore la settimana. Al massimo. A Marius qualche volta e’ peraltro capitato di sforare il tempo-limite per raggranellare qualche soldo extra, e gli implacabili ispettori lo hanno colto in fallo, avviando la procedura di deportazione.

A peggiorare la beffa, gli hanno inflitto una multa che lui ha prontamente pagato: per legge cio’ implica “riconoscere automaticamente la propria colpa”, e rendere la sanzione irreversibile, come ha spiegato Anders Correll, portavoce dell’ateneo presso il quale il giovane camerunese si stava facendo onore, e il cui rettore Brian Bech Nielsen invano aveva inviato una lettera al Servizio Immigrazione, pregandolo di desistere perche’ “Marius Youbi e’ uno degli studenti di maggiore talento che abbiamo, e non revocare il provvedimento sarebbe deplorevole”. Tanto piu’, aveva aggiunto, che “in questo caso la ‘punizione’ non e’ adeguata al ‘reato'”. Niente da fare. Nessuna risposta in via ufficiale da parte delle autorita’ competenti, solo il freddo commento di un funzionario preposto, tale Jesper Wodschow Larsen: “La decisione e’ stata adottata in applicazione delle regole vigenti”, ha tagliato corto. E Marius se ne e’ dovuto tornare in Africa, lasciando la sua tesi a meta’. (AGI)

 

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