A Bonea, continua la protesta dei fedeli per il trasferimento di Don Giambo, Don Giuseppe Umberto Mastronardi l’ex parroco. I fedeli boneani che ieri sera sono di nuovo scesi in piazza a protestare per la decisione dell’arcivescovo di Benevento, Andrea Mugione, rimasta ancora senza spiegazioni. Ieri sera a Bonea c’era la prima messa del nuovo parroco, Don Lorenzo Di Chiara ed ecco perché a protesare coi fedeli boneani c’era anche un gruppo di fedeli di Vitulano la precedente sede di Don Di Chiara. A fare le spese della contestazione è stato lo stesso Mugione, accolto da parole e cartelli ostili.
Poco prima delle 18 sono arrivati i rappresentanti del comune, Salvatore Paradiso, sindaco del paese, insieme al padre, Gennaro Paradiso (consigliere ed ex sindaco del paese), accolti da un sonoro: “Vergogna” da parte di qualche manifestante.La tensione è salita, i carabinieri hanno intimato ai fedeli di lasciare libero il passaggio per l’accesso alla Chiesa di San Nicola di Bari in previsione dell’arrivo dell’arcivescovo, Andrea Mugione, e di don Lorenzo ed è nato un acceso diverbio tra le forze dell’ordine e alcuni manifestanti.
Tra gli striscioni di protesta, la folla, sebbene rumoreggiante, ha aspettato lui, l’arcivescovo, per manifestare tutta la propria rabbia. All’arrivo di Mugione, accolto dal sindaco, in coro i manifestanti hanno cominciano a urlare all’arcivescovo “Vergogna” ed altri pesanti epiteti. Nonostante le voci di protesta che si sono fatte sempre più forti, il rappresentante del clero sannita è riuscito ad arrivare in chiesa scortato dai carabinieri.
Se però un’ottantina di dissidenti è rimasta fuori al sagrato in segno di sdegno, a dare il benvenuto al nuovo parroco è stato un centinaio di persone che ha ascoltato la messa senza protestare. Fuori sono rimasti, per tutto il tempo, i più arrabbiati, invitati al silenzio dai vigili e dai carabinieri presenti.“E’ difficile fare il vescovo o fare il prete – ha asserito Mugione nella sua omelia -, in questo caso specifico ci vuole un’opera di convinzione e, forse, si respirerà un altro clima. Da prete ho cambiato tante parrocchie ma ho sempre detto ai fedeli di non chiedermi se stare col vescovo che mi aveva spostato oppure con loro. Ripetevo ai parrocchiani di non attaccarsi a me. Adesso, voi fedeli, state vicino a don Lorenzo”.
Intanto all’esterno, proprio quando la tensione incominciava a stemperarsi, il silenzio dei fedeli è stato rotto dall’arrivo di un altro prete, ormai in pensione, don Domenico Votino, anche lui è stato fatto oggetto di parole ostili, per un’asserita corresponsabilità nello spostamento. Il prete ha proseguito senza reagire.In chiesa, nel frattempo, Don Di Chiara ha preso la parola: “Rinnovo il mio sì – ha detto il prete -, a continuare a servire Cristo da umile operaio e ribadisco la mia linea di continuità con don Giambo a cui va tutta la mia stima. Il suo zelo non sarà mai dimenticato”. I fedeli in chiesa, quelli che non hanno protestato, si sono alzati tutti in piedi tra l’applauso generale condiviso anche dai rappresentanti istituzionali. Poi è arrivato il momento della firma, don Lorenzo, nonostante le opposizioni di due paesi, è diventato ufficialmente il nuovo parroco di Bonea. I presenti si sono alzati ancora una volta in piedi e hanno rinnovato l’applauso.
Più volte dalle colonne del Vaglio abbiamo messo in luce l’anomalo trasferimento. Don Giambo, lo ricordiamo, sarebbe dovuto rimanere a Bonea altri cinque anni ma è stato spostato dal vescovo senza una spiegazione ufficiale, benché don Giambo sua stato fatto oggetto di agguati camorristici, come lo stesso prete ha denunciato, culminati nell’incendio della sua automobile. Se Mugione avesse spiegato il perché dello spostamento di un prete anticamorra, tanto amato dai suoi parrocchiani e stimato, probabilmente la scelta sarebbe stata compresa e accettata, benché sofferta. Può farlo ancora, a maggior ragione dopo l’insediamento di Don Lorenzo Di Chiara a Bonea.
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