Maglie viola e accento fiorentino. Stanotte allo stadio per Universitario-Fiorentina ci saranno anche loro, Giovanni Paccosi e Paolo Bargigia in Perù rispettivamente da 13 e 6 anni. Due preti in missione a Lima che finalmente potranno vedere la loro Fiorentina dal vivo. Alle quattro di un caldo pomeriggio a Firenze, dall’altro capo del telefono (e del mondo) risponde Giovanni, in una fresca mattinata d’inverno peruviana.
L’EMOZIONE – Su Skype Giovanni racconta l’emozione di poter vedere la sua squadra in quella che ormai è diventata la sua città: «Ho comprato il biglietto emozionato, perché qua non riusciamo a vedere la Fiorentina tutte le domeniche». Mancanza di «fede»? No, solo una parrocchia di 60 mila persone da gestire e mandare avanti. Qui, infatti, la fede è il motore delle azioni di questi due preti fiorentini. Giovanni è partito per primo dalla parrocchia di Coverciano per la capitale del Perù 13 anni fa, in missione grazie all’allora cardinale Piovanelli, trovando anche un posto all’università di Lima. Paolo invece ha lasciato Firenze qualche anno più tardi, dalla parrocchia del Sodo. Ma l’amore per Firenze e per la squadra gigliata è sempre vivo: «Per vedere la Fiorentina dobbiamo fare un po’ i salti mortali per via del fuso orario, 7 ore di differenza rispetto all’Italia. Se giocano di sabato sera è perfetto, perché la vediamo a pranzo, ma se giocano il pomeriggio è un dramma. Poi per vederla non è che la connessione sia così facile». Ma stasera sarà tutta un’altra storia. «Per la Fiorentina sarà come giocare a Firenze perché qui a Lima ci sono due squadre: una è l’Universitario, che ha maglie bianconere, ed è odiata al pari della Juventus a Firenze. Mentre la Alianza Lima, l’altra squadra, che gioca in maglia bianco blu, ha una particolarità curiosa. Nel mese di ottobre, per festeggiare il Senor de los Milagros i giocatori cambiano divisa, indossano una maglia speciale, viola crociata di bianco, e io sarò allo stadio Monumental U proprio con quella. Qui non è importante tanto il singolo giocatore, quanto la squadra. Non era mai successo che un’europea famosa e titolata come la Fiorentina venisse qui a giocare, c’è molto entusiasmo».
TIFOSI A LIMA – E tra quei tanti, insieme a Giovanni e Paolo, anche qualcuno della parrocchia e «alcuni dei miei studenti dell’Università che ormai conoscono la Fiorentina, perché quando facciamo gli esami, per scherzare, gli metto sempre una o due domande integrative tipo ‘qual è la squadra più forte d’Italia?’. A forza di sentirci parlare di Fiorentina, li abbiamo convertiti anche sul calcio». Ma la squadra ha trovato anche un buon periodo per andare in Perù, «perché qui c’è la Fiestas Patrias. È come se fosse Natale. Sono due settimane di festa nazionale, sono sospese tutte le attività, poi ci sono 13 gradi, non è come il Brasile. Siamo in un periodo tranquillo, altrimenti non potrei stare nemmeno a telefono, perché qui in casa ci sono sempre parrocchiani da aiutare. L’unico problema era un matrimonio, ma mi sono fatto sostituire da un altro parroco, non potevo perdermi la Fiorentina».
UNA PASSIONE PER IL CALCIO – La passione per il calcio di Giovanni è conosciuta e forse ricordata anche a Coverciano dai suoi ex parrocchiani, che negli anni sono andati spesso a trovarlo, soprattutto i ragazzi che ha lasciato a Firenze. «Qualche settimana fa è venuta a trovarmi una coppia appena sposata, in viaggio di nozze, che sono di Firenze. Io non ho dimenticato la mia città, torno tutte le estati se posso, anche se adesso è Lima la mia città. Una città complicata, vastissima, che va dalle montagne al mare, dove la maggior parte delle persone vive in condizioni disagiate. Qui c’è una criminalità diffusa, ma adesso stanno meglio anche i ladruncoli: prima aggredivano col coltello, adesso con la pistola. Ma qui c’è un’esperienza umana diversa, ci sono situazioni che smuovono il cuore».
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