“L’umiltà, la capacità di dirigere, la pazienza, a livello delle riforme in seno alla Chiesa, cercare consiglio, ascoltare differenti opinioni”: sono queste alcune delle qualità mostrate da Papa Francesco che lo rendono un modello di leadership religiosa. Ad illustrarle nel corso di una relazione tenuta nei giorni scorsi all’Istituto interreligioso Elijah (Elijah Interfaith Institute), è stato il vicario patriarcale a Gerusalemme, mons. William Shomali, che ha parlato davanti a numerosi studenti, ebrei e cristiani, di 10 Paesi impegnati in un corso estivo sul tema della leadership nelle religioni mondiali. Tra le qualità di Papa Francesco, tracciate da mons. Shomali, anche “il contatto coi fedeli che riconoscono come il loro massimo responsabile sia loro vicino, la decentralizzazione e riattivazione dei diversi centri per guidare e ispirare la Chiesa, la sensibilizzazione fuori dai confini della comunità cattolica, cosa questa che rende il Papa un leader religioso mondiale”. Non meno importanti, per il vicario patriarcale anche “la comunicazione efficace, compreso l’uso delle reti sociali e la volontà di accettare i rischi”. Dal 1997, l’Istituto Elijah organizza un corso estivo per studenti locali e internazionali. L’edizione 2016 del corso ha riunito più di 25 studenti ebrei e cristiani, per studiare il tema della leadership nelle religioni mondiali. La leadership, in quest’epoca di transizione e mondializzazione – si legge in una nota del Patriarcato latino -, è importantissima per un sano sviluppo della religione. Il corso ha affrontato il tema della leadership nel Giudaismo, nel Cristianesimo, nell’Islam, nell’Induismo e nel Buddismo. Tra gli insegnanti: il rabbino Alon Goshen-Gottstein e Peta Jones-Pellach dell’Istituto Elijah. Membri del Consiglio Elijah, leader religiosi mondiali e l’accademia interreligiosa Elijah hanno animato le lezioni sulle diverse religioni (http://elijah-interfaih.org/about-elijah).
sir