Cose poco note… sulla Pasqua

È considerata la festa cristiana per eccellenza, ma la Pasqua riveste un ruolo importante anche nel mondo ebraico e in quello laico. Già le sue origini, infatti, affondano le radici nel paganesimo incorporando tradizioni e simboli legati alla primavera e alla fertilità. I greci antichi si ispiravano al mito del ritorno dal mondo sotterraneo alla luce del giorno di Persefone, figlia di Demetra, dea della terra, che simboleggiava il rinascere della vita a primavera, dopo la desolazione dell’inverno.
 I frigi credevano che la loro divinità principale si addormentasse all’arrivo dell’inverno e durante l’equinozio primaverile celebravano cerimonie con musiche e danze per risvegliarla. 
Lo stesso nome “Pasqua” deriva dal latino pascha e dall’ebraico pesah, mentre il termine inglese “Easter” riporta agli antichi culti legati al sopraggiungere della primavera e in particolare alla divinità pagana, la dea Eostre.

Mentre la pasqua cristiana celebra la resurrezione del figlio di Dio, quella ebraica ricorda la liberazione degli Ebrei dall’Egitto grazie a Mosè e viene celebrata con l’immolazione dell’agnello e il pane azzimo (come quello che consumò il popolo ebraico durante la fuga).

Come si calcola la Pasqua?

Pasqua alta e bassa. E di origini ebraiche è anche la datazione “mobile” della Pasqua che viene fissata di anno in anno e annunciata il giorno dell’Epifania. La regola da seguire rimanda alle fasi lunari: la data della pasqua cade nella prima domenica successiva alla prima luna piena dopo l’equinozio di primavera (21 marzo). Per questo può variare di così tanti giorni, nell’arco di tempo che va dal 21 marzo al 25 aprile: per questo si dice che la Pasqua è “alta” se cade molto in avanti in aprile, “bassa” se cade intorno alla ventina di marzo. Il sistema venne fissato solo nel IV secolo dopo Cristo, mentre precedentemente erano in vigore diversi usi locali. In particolare alcune chiese dell’Asia seguivano la tradizione di celebrare la pasqua nello stesso giorno degli ebrei, senza tenere conto della domenica, e furono perciò detti quartodecimani. Nella Chiesa ortodossa, che segue il calendario giuliano, la pasqua cade tra il 4 aprile e l’8 maggio.

L’uovo di Pasqua

L’uovo di Pasqua. La tradizione di regalare uova di pasqua deriva dalla simbologia che, sin dall’antichità, vede nell’uovo il simbolo della vita e della rigenerazione. I primi a usare l’uovo come oggetto benaugurante sono stati i Persiani che festeggiavano l’arrivo della primavera con lo scambio di uova di gallina. 
Anche nell’antica Roma erano, esistevano tradizioni legate al simbolo delle uova: i Romani erano soliti sotterrare nei campi un uovo dipinto di rosso, simbolo di fecondità e quindi propizio per il raccolto. Nella cultura cristiana questa usanza risale al 1176, quando il capo dell’Abbazia di St. Germain-des-Près donò a re Luigi VII, appena rientrato a Parigi dalla II crociata, prodotti delle sue terre, incluse uova in gran quantità.

Quattro secoli più tardi, sempre in Francia, il Re Sole ebbe l’idea di rivestire le uova di cioccolato. E l’uovo di cioccolato è anche grande fonte di business: il più grande del mondo è registrato nel Guinness dei Primati ed è stato realizzato nel 2010.
 Pesa 6,440 kg (ed è stato preparato in Brasile dai Supermercados Imperatriz Ltda e Nestlé per il Beiramar Shopping Center di Sao Jose.

Oltre alle uova di cioccolato, in tutto il mondo esistono tradizioni pasquali che prevedono la realizzazione di uova artistiche. In particolare, bellissime e famose sono le uova ucraine, dette Pysanky, ossia “cose che sono scritte sopra”. Le Pysanky sono realizzate con un processo di tintura fissato con cera e donate in un cestino di vimini foderato d’erba. A queste uova è dedicato anche un museo.

I simboli pasquali

I simboli pasquali. Tra i richiami che ricordano la pasqua troviamo il coniglietto (o meglio la lepre). Non è un’invenzione commerciale recente, bensì risale ai primi tempi del cristianesimo quando la lepre era considerata simbolo di Cristo. Inoltre la lepre, con la caratteristica del suo manto che cambia colore secondo la stagione, venne indicata da sant’Ambrogio come simbolo della risurrezione. La colomba, che sia in forma di dolce o usata come decorazione, richiama invece all’episodio del diluvio universale descritto nella Genesi, quando ritornò da Noè tenendo nel becco un ramoscello di ulivo, un messaggio di pace: il castigo divino concluso, le acque del diluvio si stanno ritirando, inizia un’epoca nuova per l’umanità intera. La colomba diventa quindi simbolo della pace. Infine l’agnello, simbolo di innocenza, che è stato preso dalla tradizione ebraica. Oltre alla carne, da fare arrosto o impanata, vengono venduti agnelli di cioccolata o di pasta. Particolarmente ricercati sono quelli di mandorle di Lecce, dove li preparano le suore di clausura 
nel convento in via Conte Accardo seguendo un’antica ricetta segreta del Settecento.

La Pasqua in Europa

Tante le tradizioni tipiche di ciascun paese. In Finlandia e in Svezia, poiché gli scandinavi sono luterani e la pasqua è una festa minore, si racconta che le streghe volano in cielo tra il venerdì santo e la domenica di Pasqua, tanto che in alcune zone della Finlandia si usa ancora accendere falò la notte del sabato, in memoria dell’antica tradizione di scacciare le streghe dal proprio focolare domestico. Durante il pranzo pasquale, si mangiano il “Pasha” a base di formaggio e il “Mammi”, il tradizionale budino pasquale di segale e le uova colorate. In Danimarca, tradizione vuole che tutto sia colorato di giallo, dalle candele alla tovaglia, mentre le case vengono decorate con rami fioriti e uova dipinte. In Germania, invece, le finestre vengono abbellite con disegni di coniglietti, uova e altri motivi. Nei vasi si mettono alcuni rami che vengono poi addobbati con delle uova.
 Altra tradizione sono i fuochi di Pasqua, che devono essere accesi solo con materiali naturali, e che offrono uno spettacolo notturno veramente affascinante. Anche alle ceneri vengono attribuite proprietà soprannaturali: esse vengono sparse dai contadini per i campi per propiziare il buon raccolto.
In Grecia si pranza con la “soupa mayeritsa” accompagnata da riso alla greca, con le uova colorate di rosso, con il pane pasquale e la tipica “Maghiritsa”, una zuppa fatta con le interiore dell’agnello, mentre in Bulgaria si cucinano i “kozunaks” e si colorano uova: il primo uovo deve essere anche qui colorato di rosso, perché possa portare la salute. In Inghilterra un’usanza curiosa è quella di Preston dove si fanno rotolare le uova colorate su di un prato o lungo una strada, fino a quando tutti i gusci non siano stati spezzati. In Catalogna, è tradizione mangiare una torta pasquale, chiamata “Mona”, decorata con uova di cioccolato, piume e una piccola figura di cioccolato che rappresenti o un personaggio noto ai bambini o uno proveniente dal mondo delle fiabe.

Eleonora della Ratta – lifestyle

8 Aprile 2012 ore 05:06

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