Il Decreto conciliare Presbyterorum Ordinis parla del “dono prezioso del celibato sacerdotale”, ma afferma anche che non è richiesto “dalla natura stessa del sacerdozio” e ha parole di stima per quanti sono “eccellenti presbiteri coniugati”. Per don Giuseppe Serrone il celibato è un dono non un dogma.
Le anticipazioni del libro del cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto divino con un contributo del Papa emerito Benedetto XVI (aggiornamento dopo la dichiarazione del prefetto della Casa Pontificia, Georg Gänswein), in difesa del celibato sacerdotale, hanno suscitato numerosi commenti.
Nel dibattito è stata ricordata anche la posizione del Concilio Vaticano II al riguardo. Il Decreto conciliare Presbyterorum Ordinis sul ministero e la vita sacerdotale, promulgato da San Paolo VI il 7 dicembre 1965, afferma: “La perfetta e perpetua continenza per il regno dei cieli (…) è sempre stata considerata dalla Chiesa come particolarmente confacente alla vita sacerdotale. Essa è infatti segno e allo stesso tempo stimolo della carità pastorale, nonché fonte speciale di fecondità spirituale nel mondo. Essa non è certamente richiesta dalla natura stessa del sacerdozio, come risulta evidente se si pensa alla prassi della Chiesa primitiva e alla tradizione delle Chiese orientali, nelle quali, oltre a coloro che assieme a tutti i vescovi scelgono con l’aiuto della grazia il celibato, vi sono anche degli eccellenti presbiteri coniugati: per questo il nostro sacro Sinodo, nel raccomandare il celibato ecclesiastico, non intende tuttavia mutare quella disciplina diversa che è legittimamente in vigore nelle Chiese orientali, anzi esorta amorevolmente tutti coloro che hanno ricevuto il presbiterato quando erano nello stato matrimoniale a perseverare nella santa vocazione, continuando a dedicare pienamente e con generosità la propria vita per il gregge loro affidato”.
tratto da Vatican News