di Roberto Carnero – unita.it
DIARIO CON COMPAGNI DI UN PRETE OPERAIO Il tema della «gratuità» è stato un autentico rovello per Luisito Bianchi. Nato nel 1927, sacerdote e scrittore, nel 1968 si chiedeva: «Come posso restare coerente nell’annunciare la gratuità del Vangelo, se in cambio, proprio per la mia funzione di prete, ricevo del denaro o una paga mensile?». È da questa riflessione che scaturisce in lui la decisione di diventare operaio. Prete-operaio, non in virtù della «moda» del momento, ma per un’intima esigenza di autenticità. Così nel ’68 entra in fabbrica (alla Montecatini di Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria), per condividere tutto con i colleghi: salario, turni di lavoro, amicizie. Per tre anni registra le sue giorante in alcuni taccuini, in cui vengono annotati i molteplici aspetti di quell’esperienza. Oggi, quarant’anni dopo, questo testo mantiene vive le proprie domande: i rapporti tra la Chiesa e il potere, le relazioni tra teologia e politica, oltre a motivi scottanti come quello delle morti bianche, già allora triste e tragica realtà del mondo del lavoro.
8 settembre 2008 pubblicato nell’edizione Nazionale (pagina 21) nella sezione “Cultura”