Altro che il fantomatico “scisma tedesco”. Magari un altro tedesco salirà a Roma e richiamerà i preti sposati

Il Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati, fondao nel 2003 da don Giuseppe Serrone, rilancia un articolo di  Maria Antonietta Calabrò in huffingtonpost.it:

Papa Francesco ha respinto le dimissioni presentate dal cardinale Reinhard Marx dal governo della Diocesi di Monaco e Frisinga (già sede vescovile di Joseph Ratzinger). Lo ha fatto in una lettera in lingua originale spagnola (che è la lingua materna del Pontefice) di cui la salsa Stampa vaticana ha fornito la traduzione tedesca (la lingua del destinatario). Non è stata pubblicata nessuna traduzione italiana (l’italiano è il vernacolo della Curia vaticana).

Il fatto che il Papa avrebbe respinto le dimissioni era abbastanza scontato. Marx le aveva presentate come sua assunzione di responsabilità nei confronti della “catastrofe della pedofilia” in Germania – così aveva scritto – ( Marx è stato anche per molti anni presidente della Conferenza episcopale tedesca) .

Anche e sarà pubblicato solo il mese prossimo un Rapporto indipendente sulla pedofilia nella Diocesi di Monaco (dopo quelli che hanno riguardato le diocesi di Regensburg e di Colonia).

Marx del resto è uno degli uomini di punta del Pontificato di Francesco. Le dimissioni da Monaco avrebbe innescato quelle in Vaticano (come capo della Consiglio per l’economia e come membro del Consiglio dei cardinali che aiutato il Pontefice nel governo della Chiesa Universale).

Ma quello che lascia davvero impressionati dalla lettura della lettera di Francesco a Marx è la sua conclusione. Per chiedergli di restare il Papa ricorda il dialogo di san Pietro con Gesù. Quando Pietro disse al suo Maestro di allontanarsi da lui perché peccatore. E Gesù gli risposte di “pascere” le sue pecorelle. Quel dialogo è alla base dell’investitura del Successore del Capo degli apostoli, cioè di tutti i Papi che si sono succeduti nella storia. Può essere letto come un endorsement di Francesco a favore del suo pupillo, Marx, in vista di un futuro Conclave?

Le tre cartelle della lettera inviata da Casa Santa Marta oggi stesso,10 giugno, è colma di “fraterno affetto” da parte del Papa per il cardinale, perché, spiega Francesco, egli approva il modo in cui Marx ha affrontato, assumendosene la responsabilità la “crisi della pedofilia “.

Non c’è – anche nella lettera del Papa come prima in quella di Marx – il ben che minimo riferimento ad altre – controverse – questioni sollevate dal discusso percorso sinodale tedesco ( niente di niente su preti sposati, niente diaconesse, o pretesse, per capirsi) ma unicamente il drammatico, perdurante, sistemico o sistematico (che dir si voglia ) dramma delle violenze sessuali sui minori .

Francesco mostra di condividere il modo in cui Marx si è fatto carico della crisi e non l’ha trasformata in conflitto. Non ha fatto come Pilato che si è lavato le mani rispetto alla decisione di altri di giustiziare Cristo (“Sono innocente di questo sangue… che ricada su di voi”). E qui Francesco usa una parola che suona particolarmente forte su territorio tedesco (visto il precedente storico di Martin Lutero) : usa la parola “riforma “. Riforma che deve essere innanzitutto riforma di se stessi per il Signore. E’ l’unico cammino, scrive il Papa , altrimenti, se non si mette in gioco la propria carne, si finirebbe per essere “ideologi della riforma”. “I silenzi, le omissioni, dare maggior peso al prestigio delle Istituzioni, conducono solo al fallimento personale e storico e riportano vivere con “scheletri negli armadio”, come recita il detto”.

Rinnovamento spirituale, insomma. Come fece Pietro davanti a Gesù che si riconobbe peccatore.

In un momento in cui molti cardinali sono “fuori gioco” (gli italiani e la Segreteria di Stato travolti dal caso Becciu, il cardinale Pell, ormai ottantenne fuori dal Conclave, la gerarchia americana divisa e arroccata per lo più nella difesa “sterile” di valori non negoziabili), la lettera di Francesco sembra dare il suo sigillo su qual’ è il percorso, la strada del Vangelo.

Altro che il fantomatico “scisma tedesco”. Magari un altro tedesco salirà a Roma, a continuare la riforma del suo predecessore.

Questo è il futuro. Ma il futuro- come sostenevano i Greci – è sempre in grembo a Giove.

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