Per giustificare i suoi stretti rapporti personali, anche economici, con Silvio Berlusconi, Nicole Minetti, sentita ieri dai pm milanesi che indagano sul caso Ruby, ha raccontato della sua «relazione affettiva» con il premier.

A gran parte delle domande sul ruolo che lei, secondo l’accusa, avrebbe avuto nel ‘gestirè le ragazze e la loro partecipazione ai ‘festinì ad Arcore, la consigliera regionale però non ha voluto rispondere. Un ‘silenziò ritenuto significativo dagli inquirenti e che fa dire a fonti della Procura che l’interrogatorio di ieri è stato «esaustivo» e che non c’è necessità di sentirla ancora. Non è però dello stesso avviso il legale della Minetti, l’avvocato Daria Pesce. «Ieri l’interrogatorio è stato sospeso a causa di miei impegni – ha sottolineato il difensore -. Per noi dunque non è esaustivo e non è ancora finito». Ambienti giudiziari confermano che l’interrogatorio (durato oltre due ore e anticipato rispetto alla convocazione prevista per martedì per evitare la ‘spettacolarizzazione mediaticà) è stato sospeso. Le stesse fonti, però, fanno notare che per i pm non c’è necessità di andare avanti, perchè i punti nodali delle accuse di induzione e favoreggiamento della prostituzione sono stati affrontati. E in numerose occasioni, peraltro, Minetti si è avvalsa della facoltà di non rispondere. L’avvocato Pesce, però, ha ribadito che la sua assistita, che oggi non si è presentata nel suo ufficio in Consiglio regionale, vuole «farsi ascoltare» ancora dai pm. Il legale, a quanto si è saputo, non ha ancora preso contatto con la Procura, che dovrà comunque riconvocare la Minetti se la difesa glielo chiederà. Dal fitto riserbo sui contenuti dell’interrogatorio (il verbale è stato secretato) è trapelata una linea difensiva che si riassume anche in quelle due parole utilizzate dalla consigliera regionale per descrivere il suo rapporto con Silvio Berlusconi: «Relazione affettiva». Parole usate anche per rispondere ai pm che le avrebbero contestato pure somme di denaro, ricevute anche tramite bonifici, e regali avuti dal presidente del Consiglio. Una «relazione affettiva» nata all’ospedale San Raffaele, dove il premier era stato ricoverato il 13 dicembre 2009 dopo l’aggressione subita da parte di Massimo Tartaglia. Minetti, infatti, prima di diventare consigliere regionale, lavorava proprio là, dove si era laureata, come igienista dentale. Una buona parte dell’interrogatorio ha ‘ruotatò anche attorno all’ormai famosa notte in Questura, tra il 27 e il 28 maggio scorsi, conclusasi con l’affidamento di Ruby alla Minetti, dopo le telefonate del premier ai funzionari della Questura. La Minetti, a quanto si è appreso, si è difesa con la sua «verità», più volte ribadita nel corso di interviste alla stampa: Berlusconi, proprio in virtù di quel «rapporto affettivo», le chiese la cortesia di andare in via Fatebenefratelli e di intervenire per Ruby; l’ex igienista dentale non sapeva che fosse minorenne e lo scoprì in Questura, dove le proposero di prenderla in affido temporaneo. 
leggonline

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