L’Osservatore Romano
(Gaetano Vallini) La sera dello scorso 20 luglio il nostro sguardo si è rivolto nuovamente verso il cielo con emozione per osservare quella Luna sulla quale cinquant’anni fa un uomo posava il piede per la prima volta, schiudendo l’orizzonte dell’umanità a nuovi mondi. Appena il tempo di celebrare quell’evento eccezionale, che due notizie apparentemente piccole ci hanno riportato drammaticamente con i piedi per terra. Su questa nostra Terra sempre più martoriata. La prima è giunta dall’Islanda, dove da agosto una targa ricorderà l’Okjökull, il primo dei 400 ghiacciai del paese a scomparire a causa del riscaldamento globale. «Una lettera al futuro», vi si legge in islandese e in inglese, e più che un ricordo quella lapide vuole essere un monito, perché «nei prossimi 200 anni tutti i nostri ghiacciai seguiranno la stessa strada».