L’Occidente procede nel cammino delle riforme civili a prescindere dai desiderata vaticani, persino in Italia l’argine è stato travolto

Prima ci fu “chi sono io per giudicare un gay” che spopolò sui media del mondo per giorni interi, poi è arrivato recentemente “la chiesa deve chiedere scusa alle persone omosessuali”, qualche titolo, rari commenti e morta lì nel giro di 24 ore.

Perché? Eppure la seconda affermazione, a ben vedere, è assai più importante della prima ed evoca un cammino di pentimento rispetto all’atteggiamento bimillenario della chiesa cattolica. Le ragioni vanno ricercate approfondendo due aspetti, in primo luogo alle pur buone parole del Papa (che sono per prassi anche molta sostanza) non è finora mai seguito un atto concreto; la seconda riflessione attiene a quel richiamo sistematico al catechismo, che certo contiene l’esortazione pastorale a non discriminare le persone omosessuali, ma allo stesso tempo condanna senza appello le relazioni gay. A questo si aggiunga che con l’approvazione della legge sulle unioni civili, le opinioni della gerarchia cattolica (che al netto delle roboanti dichiarazioni pubbliche, non ha esercitato come nel passato robuste pressioni che bloccarono per esempio i Dico) sulle coppie gay, sul riconoscimento giuridico da parte dello Stato, hanno cessato di esser interessanti, soprattutto per il circo mediatico sempre pronto ad alimentare la guerra dei mondi.

In questo senso il Papa ha sicuramente il merito di aver smorzato i toni, di non aver voluto, nonostante l’atteggiamento del capo della Cei, irrorare di scomuniche il campo del confronto. Lo stesso ultimo Family Day, tenutosi quando ormai i giochi apparivano già decisi, ha perso la sua forza di maggioranza cattolica oppositiva, per stemperarsi in un raduno dalle mille voci, dove in primo luogo emergevano le frange politiche dell’estrema destra, del cattolicesimo reazionario, sostenute dai partiti del centro destra.

Le urne hanno chiarito quanta forza politica abbiano formazioni ultra cattoliche, tanto amate dai giornali, ma scarsamente seguite dagli elettori. Per tornare al Papa, è probabile che la buona volontà espressa, non abbia il consenso necessario dentro la chiesa. Lo dimostrano i dibattiti laceranti avvenuti nelle sessioni del Sinodo straordinario sulla famiglia, dove le opposizioni rispetto a ipotesi di apertura sono emerse pubblicamente, come mai era accaduto nella storia moderna del cattolicesimo. Sull’avversione al riconoscimento cristiano delle relazioni omosessuali pesano il permanere di una gerarchia conservatrice e anziana e poi, la trasformazione della composizione reale del popolo di Dio nel mondo: l’Occidente è ormai minoritario, mentre si affermano le chiese latino americane, africane, asiatiche, per la gran parte contrarie a qualsiasi discussione sul tema.

Francesco deve tener conto che la sua stessa elezione è frutto di questi mutamenti nei rapporti di forza, quindi, pur spinto da buone intenzioni, non può concretizzare gesti di rottura con il passato. Il Papa è destinato a mantenere alta la figura di pontefice buono, accogliente, capace di utilizzare un linguaggio diretto e comprensibile, tutte caratteristiche assai apprezzate nel vecchio continente e in nord America, ma allo stesso tempo è obbligato a non recedere sulla Dottrina, a mantenere saldi i principi di un Catechismo voluto da Ratzinger.

Solo un nuovo Concilio potrebbe azzardare evoluzioni positive, ma la verità è che se un tale appuntamento fosse convocato al centro avrebbe l’ecumenismo e la difesa della presenza cristiana. Nei tempi del terrorismo islamico, della indubbia aggressione e volontà di annientamento delle chiese cattoliche, ortodosse e protestanti, là dove il fanatismo musulmano avanza, per il Papa è necessario aprire un nuovo capitolo dei rapporti tra le diverse confessioni cristiane. Se si escludono alcune non irrilevanti famiglie protestanti (che però sono sull’orlo di una crisi di non ritorno rispetto al numero di aderenti), tutte le altre grandi realtà sono generalmente assai più omofobe della chiesa cattolica.

È comprensibile che Francesco abbia bisogno oggi di rafforzare il dialogo con il patriarca di Mosca e con le chiese autocefale dell’est Europa; così come è necessario che la chiesa cattolica mantenga una forte attenzione rispetto alle sempre più aggressive congregazioni neo protestanti in impetuosa espansione nel sud America e in Africa.

Insomma, fare i conti con l’omosessualità interna e sociale non è un compito facile e soprattutto non è essenziale nell’attuale fase geo politica che sta vivendo la chiesa cattolica. L’Occidente procede nel cammino delle riforme civili a prescindere dai desiderata vaticani, persino in Italia l’argine è stato travolto, quindi, delle opinioni dei cardinali sul tema pochi sono interessati. E questo il Papa lo sa.

http://www.huffingtonpost.it/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Traghettilines BOMPIANI 1+1 Abbonanti ad un 2024 di divertimento - Mirabilandia Pittarello - Saldi fino al -70% Frigo vuoto e voglia di vino? Te lo consegniamo in 30 minuti alla temperatura perfetta! Duowatt - Banner generici con logo Tekworld.it Bus Terravision Aeroporto Milano Malpensa Plus Hostels Transavia 2021 Radical Storage Bus notturno Fiumicino Aruba Fibra veloce Hosting Aruba - Scopri di più