Il libro che imbarazza il Vaticano: “Quella Chiesa omofoba ma abitata da sacerdoti omosessuali”

In uscita “Sodoma”, del giornalista e sociologo francese Fréderic Martél: descrive una comunità che si pronuncia contro le persone Lgbt, le unioni civili e le adozioni gay, ma che poi praticherebbe al suo interno comportamenti omosessuali

Il libro che imbarazza il Vaticano: "Quella Chiesa omofoba ma abitata da sacerdoti omosessuali"

Esce il 21 febbraio Sodoma(Feltrinelli), un libro del sociologo e giornalista francese Fréderic Martél che descrive il Vaticano come la “più grande comunità gay del mondo”. Il libro imbarazza la Santa Sede, che attende le sue “rivelazioni” con apprensione. Per Martél quella Chiesa che più si distingue per la sua lotta contro le comunità Lgbt, le unioni civili e le adozioni gay, in realtà praticherebbe al suo interno comportamenti omosessuali, portando avanti nei fatti una doppia vita che con il voto del celibato ha poco a che fare. In sostanza, scrive il giornalista, si tratta di una Chiesa “omofoba”, e insieme abitata da sacerdoti che praticano diffusamente relazioni omosessuali: “Il Vaticano – scrive – ha una delle più grandi comunità omosessuali al mondo e dubito che perfino a Castro, noto quartiere gay di San Francisco ormai molto etero, ce ne siano altrettanti!”.

Il libro si apre con una telefonata di Papa Francesco a Francesco Lepore, ex sacerdote per lungo tempo in servizio in Vaticano che “come con una bottiglia gettata in mare per la disperazione” ha scritto a Bergoglio per raccontargli “la sua storia di sacerdote omosessuale” che a un certo punto ha deciso di lasciare. Scrive: “Era stanco. Voleva ritrovare la propria coerenza e uscire dall’ipocrisia. Con quel gesto, Lepore ha deciso di bruciare le sue navi”. Papa Bergoglio gli dice di essere colpito dalla sua sincerità, dal “suo coraggio”. “In questo momento – afferma – non so cosa potrò fare per aiutarla, ma vorrei fare qualcosa”. Per Martél ci vuole coraggio per fare coming out all’interno della Santa Sede: “Per stare in Vaticano è meglio rispettare un codice, il ‘codice scheletro nell’armadio’, che consiste nel tollerare l’omosessualità di sacerdoti e vescovi, se necessario beneficiandone, continuando tuttavia a mantenere il segreto. La tolleranza va di pari passo con la discrezione. E, come dice Al Pacino nel Padrino, non si deve mai criticare o lasciare la propria ‘famiglia’: “Don’t ever take sides against the family”.

Il libro è un susseguirsi di notizie: si parla di un arcivescovo e di cardinale che hanno avuto una relazione omosessuale con un prete anglicano e un prete italiano. Di un cardinale che ha ricoperto un ruolo importante in Curia che sarebbe stato trasferito nel suo Paese d’origine dopo uno scandalo che coinvolgeva soldi e una giovane Guardia Svizzera. Una delle affermazioni più esplosive del libro riguarda il defunto cardinale colombiano Alfonso López Trujillo. Il porporato, ex presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che è stato per molti anni il principale ostacolo alla canonizzazione di Oscar Romero, è presentato come un difensore della dottrina della Chiesa sulla contraccezione e insieme come una persona dedita a relazioni omosessuali, con seminaristi e prostituti portati in un appartamento segreto a sua completa disposizione.

Martél spiega di aver scritto il libro basandosi “su un gran numero di fonti”. Durante gli oltre quattro anni “di inchiesta sul campo, sono state intervistate quasi 1500 persone in Vaticano e in trenta paesi diversi; tra queste figurano 41 cardinali, 52 vescovi e monsignori, 45 nunzi apostolici e ambasciatori stranieri e oltre 200 sacerdoti e seminaristi. Tutte queste interviste sono state realizzate sul campo (di persona, nessuna per telefono o via e-mail). A queste fonti di prima mano si aggiunge una ricca bibliografia di oltre mille titoli, tra libri e articoli. Infine, mi sono avvalso di una équipe di 80 ‘researchers’, corrispondenti, consulenti, mediatori e traduttori impegnati per svolgere al meglio le ricerche necessarie per il libro condotte in questi trenta paesi”.

Il giornalista francese parla anche della politica di rifiuto dell’uso del preservativo durante il pontificato di Wojtyla, una politica che è stata proposta in particolare da una serie di cardinali, alcuni dei quali omosessuali attivi. E scrive anche di Benedetto XVI, che durante il viaggio in Messico e Cuba, poco prima delle dimissioni, ha compreso nel profondo la grandezza degli scandali della pedofilia e dell’omosessualità all’interno della Chiesa e anche per questo si sarebbe infine dimesso.

repubblica.it

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