Dal Sinodo un contentino ai preti sposati considerati preti di “serie B”

“Sono state espresse valutazioni diverse sul celibato dei presbiteri. Tutti ne apprezzano il valore carico di profezia e la testimonianza di conformazione a Cristo; alcuni chiedono se la sua convenienza teologica con il ministero presbiterale debba necessariamente tradursi nella Chiesa latina in un obbligo disciplinare, soprattutto dove i contesti ecclesiali e culturali lo rendono più difficile. Si tratta di un tema non nuovo, che richiede di essere ulteriormente ripreso”. (Relazione di Sintesi della prima Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi 4-29 ottobre 2023 e risultati delle Votazioni, 28.10.2023).

L’indicazione del Sinodo sul celibato dei presbiteri invita a riprendere la questione non nuovo ma intanto la Chiesa Cattolica muore piano piano per la mancanza di preti.

I preti sposati vengono ancora tenuti lontani dalla possibilità di Celebrare l’Eucaristia e dal Sinodo arriva solo un blando invito: “Si consideri, valutando caso per caso e a seconda dei contesti, l’opportunità di inserire presbiteri che hanno lasciato il ministero in un servizio pastorale che valorizzi la loro formazione e la loro esperienza”.

Per il Movimento Internazionale dei Sacerdoti Sposati fondato nel 2003 da don Giuseppe Serrone, non basta, occorre un cambio del Diritto Canonico che riammetta pienamente nel ministero sacerdotale attivo i preti sposati con regolare percorso, che hanno ricevuto un sacramento indelebile e sono sacerdoti per sempre.

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