Per la prima volta nella storia il Vaticano sconfessa le cosiddette “terapie di conversione dell’omosessualità”

Lo afferma il settimanale di informazione religiosa spagnolo Vida Nueva in un editoriale del 9 luglio scorso (qui il testo originale, qui una traduzione di Innocenzo Pontillo del Progetto Gionata, che lo ha rilanciato in Italia) che rende note le conclusioni dell’indagine condotta dalla Congregazione vaticana per il Clero con le quali prende le distanze dalle pratiche della piattaforma “Verdad y libertad”, laica e non afferente ad organismi ecclesiali ma comunque frequentata da numerosi cattolici e fondata su principi religiosi per giustificare l’atteggiamento “settario”.

«La verità – spiega Vida Nueva, è che l’omosessualità non si può curare perché non è una malattia. E questo lo ha stabilito l’Organizzazione Mondiale della Sanità 31 anni fa. L’approvazione di leggi che sanzionano questi programmi e le denunce pubbliche contro questa organizzazione hanno spinto queste pratiche verso la clandestinità per evitare le multe, ma non verso la chiusura definitiva. E purtroppo, chi le continua a sostenere nella loro guerra permanente contro l’ideologia di genere si barrica dietro le accuse di presunte persecuzioni, e si presenta come martire in difesa della legge naturale».

Al di là del caso in questione, spiega Vida Nueva, la presa di posizione vaticana assume un importante significato per tutti coloro che, all’interno della Chiesa cattolica, sono impegnati in ruoli di formazione spirituale e accompagnamento pastorale di religiosi ma anche di fedeli laici, soprattutto giovani, «affinché possano intervenire per rintracciare e soccorrere quanti finiscono intrappolati in queste dinamiche».

«Educare all’affettività e alla sessualità non significa indottrinare né prescrivere – chiarisce ancora il periodico ispanofono – ma significa accompagnare e discernere, per vivere la verità che ognuno rappresenta. Soprattutto, implica accogliere senza giudicare, con una misericordia che si fonda sul fatto che ogni persona è figlia di Dio, creata a sua immagine e somiglianza, e che l’amore di Gesù è donato a tutti senza eccezioni. Accettare e accogliere la diversità non significa rinunciare al cattolicesimo né cedere alle confusioni relativistiche».

Vida Nueva cita in conclusione il messaggio di papa Francesco al gesuita James Martin (uno dei maggiori sostenitori dei diritti Lgbt nella Chiesa e per questo bersaglio di feroci critiche da parte dei settori ecclesiali conservatori), di cui Adista ha ampiamente dato conto. Nella lettera, conclude il giornale spagnolo, Francesco «ricorda che “lo stile di Dio ha tre tratti: vicinanza, compassione e tenerezza”. Al di là di questi tre approcci, ogni tentativo di avvicinare una persona come se fosse un peccatore malato da esorcizzare per la sua salvezza per via del suo orientamento sessuale, non è solo discriminazione e rifiuto di un fratello: non è cristiano; non è da Dio. Ed è, inoltre, un crimine».
Adista

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