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“Guerrina strozzata da padre Graziano“, hanno scritto i giudici della Corte d’Assise di Appello. Ma il prete dai domiciliari nega ancora tutto. Mentre il suo avvocato difensore Riziero Angeletti, perplesso, parla di “film del giudici”, “una ricostruzione che non poggia su alcun elemento certo”.

Le modalità del delitto specificate nel dettaglio (pur in assenza del corpo della donna, mai trovato) e l’affermazione categorica che Guerrina e padre Gratien Alabi erano amanti (lui ricambiava sessualmente l’innamoramento della donna, scrivono i giudici) sono i due elementi nuovi emersi dall’appello di Firenze che ha confermato la condanna del religioso, pur riducendo da 27 a 25 gli anni di reclusione.

Per i giudici c’erano frequentazioni sessuali e come elementi a sostegno vengono riportati anche le tracce di liquido seminale del prete nel divano della canonica, le insistenze di lei per fare l’amore, il timore di lui che fosse incinta. Distorsione dei fatti, secondo la difesa, che prepara il ricorso in Cassazione.

Intanto il marito di Guerrina, Mirco Alessandrini, torna in tv (oggi pomeriggio, 14 marzo, Raiuno a La vita in diretta) insieme all’avvocato Nicola Detti. L’uomo attualmente segue un percorso di recupero dai problemi di alcol che lo affliggevano. Sta molto meglio e sembra aver dato una svolta alla sua vita. Con Alabi erano molto amici. Erano insieme quel primo maggio 2014 quando, secondo la ricostruzione, Guerrina sparì a Cà Raffaello perché il sacerdote l’aveva eliminata, per poi occultarne temporaneamente il corpo prima di disfarsene in modo definitivo. Alessandrini – che accompagnò il prete in auto al funerale a Presciano e alla messa a Sestino – secondo la corte, in quanto persona manipolabile (“non uno sveltone” lo ha definito il babbo nel processo) sarebbe stato subito vittima dei depistaggi del prete. Quel giorno non era lucido. E’ estraneo al delitto, scrivono i giudici escludendo tutte le piste alternative.

Corriere di Arezzo