Ex vescovo Lugo destituito. Colpo di Sato in Paraguay

ASUNCION. Al 24/o tentativo di impeachment ce l’hanno fatta. A soli nove mesi dalla fine del mandato del presidente del Paraguay Fernando Lugo, in un blitz di 48 ore al Senato, tutti i partiti lo hanno destituito (39 voti favorevoli, 4 contrari e 3 assenti) designando contestualmente come suo successore, il vicepresidente Federico Franco, con il quale Lugo non parlava da almeno tre anni.

“Non è stato un golpe”, si è affrettato ad assicurare ieri Franco mentre quasi tutti i neo-colleghi della regione, dall’argentina Cristina Fernandez de Kirchner al venezuelano Hugo Chavez all’ecuadoregno Rafael Correa, hanno affermato pubblicamente il contrario.

“Ancora nessun Paese ci ha riconosciuto”, ha ammesso Franco con la stampa estera. “Mi auguro che l’Unasur capisca la nostra crisi”, ha auspicato Franco, confidando nel fatto che i rapporti con il Brasile siano “armoniosi”.

Per il Paraguay, infatti, la relazione con il grande vicino é strategica. Soprattutto per l’energia (condividono la mega centrale idroelettrica di Itaipù) e per l’agricoltura. Ma per Franco non sarà facile risalire la china, inclinatasi come non mai dopo la destituzione di Lugo.

Marco Aurelio Garcia, consigliere per gli affari esteri prima di Lula e ora di Dilma Rousseff, ieri ha avvertito: “C’erano già state 23 possibilità di impeachment contro di lui. E siccome nessuna era andata fino in fondo, non ci abbiamo fatto caso”. E ha aggiunto: “Ma stavolta si sono mossi rapidissimi. Ed hanno messo in atto un golpe parlamentare”. Spiegarne il perché è complicatissimo. Lo scrittore paraguayano Augusto Roa definiva il suo Paese “un’isola, attorniata da terra”, per le sue singolari vicende politiche.

In sintesi si può dire che l’ex vescovo Lugo, vaghe idee progressiste, andato al potere con i voti del Partito Liberale di Franco, agendo da solo (‘Non dà retta a nessuno e così non si governa”, ha detto di lui il fratello Pompeyo), dopo aver mandato la polizia a reprimere i contadini con un bilancio di 18 morti, ha scelto come nuovo ministro degli interni un esponente del Partito Colorado all’opposizione.  Cioé il partito di estrema destra che ha governato il Paese per oltre 70 anni (40 con il dittatore Alfredo Stroessner), che lui stesso ha estromesso per la prima volta dal potere nel 2008, ma con i voti dei liberali.

Apparentemente Lugo sperava di avere una chance nelle prossime elezioni, visto che ha sempre accontentato i potenti latifondisti ‘colorados’. Ma il pateracchio non è andato giù agli altri 11 Paesi dell’Unasur. Che ora, alla luce della ‘clausola democratica’ dello statuto del blocco, fanno pressing su Asuncion poiché non possono ammettere i guazzabugli politici, di cui sono di fatto protagonisti solo settori di destra, assolutamente refrattari al clima progressista della regione. Lugo, almeno, pur se una sorta di ‘complottaro’ paraguyano anche lui, faceva almeno discorsi di sinistra.

americaoggi.info

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