Celibato dei Preti. Meglio i preti sposati grande risorsa. Commento al caso don Morandini

Il Movimento Internazionale dei sacerdoti lavoratori sposati commenta la notizia dell’allontanamento dalla diocesi di don Daniele Morandini: “Meglio i preti sposati, ma il loro percorso deve essere trasparente no alla doppia vita”

Parroco allontanato per una questione di cuore. Anzi, di passione. Don Daniele è stato allontanato dalla sua comunità non per una questione di pedofilia o per qualche scandalo, ma perché amava una donna. La Chiesa ha ritenuto inaccettabile questo fatto, nonostante abbia, troppo spesso, occultato fatti ben più gravi. Per l’Istituzione Chiesa è normale che i parroci anziani gestiscano 4 o 5 parrocchie oppure che si dia la comunione ai divorziati o alle donne che abortiscono, ma rimane inaccettabile, in una presa di posizione che va oltre la razionalità, che nel 2018 un uomo ami una donna.

Don Daniele Morandini (originario della valle di Fiemme) era arrivato a Borgo Valsugana nel 2014 e proveniva dalla parrocchia di Aldeno dove aveva lasciato un buon ricordo a tutti i fedeli. La notizia è stata comunicata l’altra sera dal vicario del vescovo don Marco Saiani, mentre ieri mattina la Curia ha diffuso un breve comunicato:Venuto a conoscenza di comportamenti moralmente inaccettabili e incompatibili con l’esercizio del ministero sacerdotale e pastorale, l’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi, ha allontanato dalle parrocchie di Borgo, Castelnuovo e Olle il parroco don Daniele Morandini. Quest’ultimo, assumendosi le sue responsabilità, ha già provveduto a lasciare le comunità” si legge nella nota.

In molti hanno criticato questa anacronistica decisione di allontanare Don Daniele dalla sua parrocchia per il solo motivo di amare una donna. In tantissime persone hanno già minacciato di boicottare le attività della Chiesa cattolica e si ventila l’ipotesi di una protesta pacifica domenica fuori dall’arcipretale.

Un parroco che sicuramente univa e che avvicinava le persone non solo fra loro, ma anche alla chiesa. In merito al celibato dei sacerdoti, Giovanni Paolo II elencò in varie occasioni una serie di motivi perché un sacerdote dovrebbe essere celibe e uno di questi è quello di poter dedicare maggior tempo alla parrocchia e alla comunità. Ma questo principio è giusto ancoraggi, in un presente in cui la comunità parrocchiale non ha più la stessa importanza che poteva avere un secolo fa? Dunque bisogna riflettere se vale davvero la pena mettere sulla graticola un parroco colpevole solo di amare una donna in una società che lascia sempre di più un ruolo marginale all’importanza della Chiesa e delle sue istituzioni?

tratto da Secolo Trentino

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